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Un’insolita “Cena” con Gesù

Un'insolita

Questo non è solo un bel racconto. È un richiamo. Perché anche tu — sì, proprio tu — sei atteso. E quando la tua barca sarà vuota, quando ti sembrerà di non pescare più nulla nella vita, sappi che c’è qualcuno sulla riva, che ti ama. Che ti prepara il fuoco acceso per scaldarti il cuore. Che ti aspetta.

Il mio in(solito) commento a:
Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce (Giovanni 21,1-19)

E se ti dicessi che nel Vangelo di Giovanni c’è il racconto… di una grigliata? Sì, hai capito bene. Una grigliata. Non è uno scherzo: c’è il fuoco acceso, il profumo del pesce che cuoce e Gesù che spezza il pane. E no, non è una metafora. È proprio così.

Sto parlando del brano della seconda pesca miracolosa, uno dei più intensi e commoventi di tutto il Vangelo. Un episodio che, ogni volta che lo leggo, mi stringe il cuore. Perché dentro quelle righe, così semplici, c’è tutto: la fatica dell’uomo, la dolcezza di Dio, la nostalgia, il perdono, l’amore che non si arrende mai.

Gli apostoli sono disorientati. La morte e la Risurrezione del Maestro li ha colti di sorpresa, ha spazzato via ogni certezza. Sono come noi quando la vita cambia all’improvviso e ci ritroviamo a non sapere più da che parte andare. E così, in preda allo smarrimento, tornano a fare l’unica cosa che sapevano fare prima di incontrarlo: pescare. Ma anche lì, niente da fare. Le reti restano vuote. Il mare è silenzioso. La notte, sterile. Quante volte succede anche a noi?

Poi, all’alba, qualcuno sulla riva. Una voce familiare, un suggerimento: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. No, non hanno niente. Come spesso non abbiamo niente neanche noi, se ci allontaniamo da Lui.
Allora Gesù dice: “Gettate la rete dalla parte destra”. Ed ecco che accade il miracolo: una quantità di pesci tale da non riuscire neppure a tirare su la rete.

È lì che tutto si accende. “È il Signore!”, grida Giovanni. E Pietro, senza pensarci, si getta in acqua. Corre da Lui, come un innamorato che ha atteso troppo. E sulla riva li aspetta il fuoco, il pane spezzato, il pesce arrostito. Ma soprattutto… li aspetta Gesù.

Vedi, questo non è solo un bel racconto. È un richiamo. Perché anche tu — sì, proprio tu — sei atteso. E quando la tua barca sarà vuota, quando ti sembrerà di non pescare più nulla nella vita, sappi che c’è qualcuno sulla riva, che ti ama. Che ti prepara il fuoco acceso per scaldarti il cuore. Che ti aspetta.

E poi arriva quel dialogo. Intimo. Profondo. Incredibile.
Gesù guarda Pietro, proprio lui, il rinnegatore, e non gli chiede: “Perché mi hai tradito?”
No. Gli chiede: “Mi ami?”

È uno di quei momenti che ti cambiano dentro. Perché Gesù non è venuto a rinfacciarti gli errori. È venuto a domandarti se, nonostante tutto, lo ami ancora.
Ed è così anche con te. Quando un giorno — il più tardi possibile — lo incontrerai faccia a faccia, non inizierà a scorrere la lista dei tuoi sbagli. Ti guarderà negli occhi e ti chiederà solo questo: “Mi ami?”

Pietro, imbarazzato, riesce solo a balbettare: “Ti voglio bene”. Non osa dire di più. Forse gli brucia ancora dentro il rimorso. Ma Gesù lo accoglie lo stesso. Anzi, scende al suo livello. Cambia verbo. Gli parla nella sua lingua emotiva, nella misura che riesce a sostenere. Perché il suo amore non pretende, ma accompagna.

E allora lasciati raggiungere da questo amore. Non permettere alla colpa di trattenerti lontano. Non lasciare che la vergogna ti blocchi. C’è un fuoco acceso per te. C’è un dialogo che ti aspetta. E quando non avrai le parole giuste, Lui saprà comunque capire il tuo cuore. Hai mai sentito una grigliata diventare una pagina vivente di Vangelo? Ora sì.

Ti va di raccontarmi cosa ti ha colpito di più in questo brano? #Santantotte

Alessandro Ginotta

L’immagine di oggi è: “La pesca miracolosa”, di Raffaello, 1515, dipinto a tempera su carta (360×400 cm) più fogli sovrapposti, The Royal Collection Trust, Londra

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