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Un pezzetto di Dio dentro di te

Un pezzetto di Dio dentro di te

“Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me” (cfr. v. 11). Leggendo queste parole di Gesù non riesco a non pensare alla mia insolita teoria sulla Creazione.

Il mio ancora più in(solito) commento a:
Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? (Giovanni 14,6-14)

Noi siamo qui, ora, per un gesto d’amore. Per amore abbiamo ricevuto in dono la vita. Per amore Dio ci ha creati. E, per amore, ha fatto tutto ciò che esiste:

In principio era il Verbo,
il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che
esiste
” (Giovanni 1,1-3).

Sono i primi tre versi del prologo del Vangelo di Giovanni. Ma sono anche la perfetta sintesi della Creazione: Dio, che è amore (cfr. 1Giovanni 4,8), è l’origine di ogni cosa e, senza di Lui, niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.

Trovo affascinante pensare che l’amore di Dio abbia potuto dare forma a tutto l’universo. È un argomento su cui sono tornato più volte nei miei libri e in alcuni articoli di giornale: conosciamo il big-bang, la grande esplosione che diede origine allo spazio ed al tempo. Da quel singolo istante l’universo iniziò ad esistere ed il tempo cominciò a scorrere.

Ma cosa precede il big-bang? Dio! Il Creatore. E che faceva Dio? Ovviamente Dio, che è Amore, amava. Possiamo immaginare Dio come una sfera infinita che pulsa nel nulla. Un enorme globo d’amore. E l’amore di Dio era così grande che non poteva fare altro che continuare a dilatarsi. L’amore cresceva e cresceva, a tal punto che, in un dato istante, questo amore così compresso ed infinito “ruppe gli argini” e fuoriuscì da se stesso. L’amore, che è Dio, usciva da Dio e si espandeva: l’universo nacque con un’esplosione d’amore.

Ecco le scintille che fuoriescono dal fuoco di Dio. Scintille che si condensano in materia, creando il mondo così come lo conosciamo. L’universo intero: galassie, sistemi solari, compreso il nostro, il cielo, la terra, l’uomo e tutte le creature: Adamo, Eva, animali, vegetali, minerali, esseri spirituali, tutto ebbe origine da qui.

Ma Dio non poteva smettere di amare. Ora, che erano comparse le sue creature, potremmo dire che amava ancora di più. E così l’amore, continuando ad espandersi, uscì un’altra volta da Lui: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Giovanni 3,16). Ecco Gesù: generato dall’amore uscito da Dio e, contemporaneamente, parte di Dio.

Vedi, come tutto sia frutto dell’amore? E’ l’amore che ha consentito la nascita dell’universo, è l’amore che fa sì che un pianeta ruoti attorno alla propria stella, è l’amore che fa sì che noi siamo qui ora.

Perché l’amore di Dio trabocca: è qualcosa di incontenibile che sovrabbonda, ed è capace di colmare anche le nostre lacune, purché il germe d’amore che proprio Dio ha depositato nella nostra anima, abbia prodotto almeno qualche frutto buono. Perché è così che accade: nella nostra anima c’è sempre una scintilla di Dio, una scintilla che arriva da quel soffio d’amore citato all’inizio della Genesi.

Tu sei polvere di stelle. Polvere che nasce da quell’amore immenso che ha creato l’universo e il mondo. In qualche misura dunque tu custodisci una parte di Dio. Una scintilla che non puoi ignorare. Una luce che resta accesa nella tua anima e ti guida a fare le scelte giuste ogni volta che la ascolti. Una fiammella che illumina e riscalda le tenebre dell’errore spingendoti ogni volta a cercare il perdono di Dio.

Ma se c’è un pezzetto di Dio in te, c’è anche in ciascuno di noi. Ecco che molte cose si spiegano: perché non fare del male al nostro prossimo? Come scrive San Paolo: “Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo” (cfr. 1Cor 12,12-13). Ha senso farsi la guerra se siamo membra dello stesso corpo? Figli dello stesso amore? Ha senso sottrarre qualcosa a qualcuno di noi? Non sarebbe forse come rubare a noi stessi? Ha senso non perdonarci?

Pensaci.

Voglio concludere con un altro brano di Vangelo che, ne sono certo, dopo queste parole leggerai con uno sguardo nuovo: “Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri”
(Giovanni 15,9-17)

#Santanotte.

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Santissima Trinità”, affresco di Johann Baptist Zimmermann (1680–1758), Convento domenicano di Bad Wörishofen

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