Un miracolo travolgente. Uno di quelli che lasciano senza parole: cinque pani d’orzo, due pesci… e una folla intera che mangia a sazietà. Ma davvero tutto qui? Solo pane e pesce moltiplicati? Oppure, in questo gesto, Gesù sta parlando a me. E a te?
Scoprilo con me, nel mio (in)solito commento a:
«Distribuì a quelli che erano seduti quanto ne volevano» (Giovanni 6,1-15)
Ecco gli ingredienti per un miracolo: cinque pani e due pesci. Una quantità che non basterebbe nemmeno per una tavolata tra amici. E invece… sfamano migliaia di persone. Ma non solo: alla fine del pasto avanzano pure dodici ceste. Dodici! Proprio come le tribù d’Israele, proprio come gli apostoli. E già qui, qualcosa dentro inizia a muoversi.
Perché se ti fermi alla superficie potresti pensare: “Che fortuna per chi era lì quel giorno!”. E invece, lasciatelo dire: no. Questo miracolo è per te. Sì, per te che stai leggendo adesso, magari con il cuore un po’ stanco, la fede un po’ sgualcita, ma ancora capace di sperare.
Immagina per un attimo di esserci anche tu. Di sentire il brontolio della fame. Di osservare quella folla immensa. E di chiederti, come Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?» (v. 5). Oppure: «Duecento denari non bastano nemmeno per un boccone a testa!» (v. 7). Che poi, oggi, sarebbero quasi 20.000 euro.
Eppure, Gesù non fa i conti. Non misura, non pesa, non divide. Lui moltiplica. Lui si fida. E ci sorprende.
Il vero miracolo? Non è il cibo. È vincere la nostra incredulità. È riuscire a convincere il cuore di Filippo, il mio, il tuo… che con Dio tutto è possibile. È credere che se Lui ci chiede qualcosa, anche se ci sembra poco, è perché ha già in mente il molto. Il moltissimo.
Perché la risposta di Dio alla nostra fede — anche quando è fragile, esitante, piena di dubbi — è sempre sovrabbondante. Sì, Lui non si chiede se bastano. Lui sa che basteranno. E che avanzeranno pure. E ci lascia lì, stupiti, con gli occhi pieni di cielo e le mani che stringono ceste piene.
E così scopriamo che gli ingredienti per questo miracolo sono tre: i pani, i pesci e la fede. A te, a me, a tutti noi che desideriamo credere, Gesù chiede solo una cosa: smettere di calcolare, di ragionare, di restare imprigionati nei nostri limiti. E iniziare a fidarci. A spalancare le braccia. A credere davvero che nulla è impossibile per Dio.
Perché la fede non è un’idea. È una vita intera che cambia direzione. È uno sguardo che si alza, un cuore che si apre, una fiducia che cresce. E allora sì, scopri che l’unica vita che vale davvero la pena di essere vissuta… è quella che ha Gesù nel cuore #Santanotte
Alessandro Ginotta
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