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Meditazioni e preghiere
Siamo fatti di cielo e di terra

Siamo fatti di cielo e di terra

C’è un lato di noi che ci tira verso il Cielo, che ci spinge a cercare Dio, a desiderare di ricongiungerci a Lui. E poi c’è quell’altro… quello che ci strattona verso il basso, che ci distrae, che ci allontana. E ci confonde.

Il mio in(solito) commento a:
“Siano una cosa sola, come noi” (Giovanni 17,11-19)

Dio sa bene cosa voglia dire “unità”. Lui stesso è l’esempio perfetto: Padre, Figlio e Spirito Santo. Tre Persone distinte… eppure un solo Dio. Un mistero che abita ogni istante, ogni luogo. Sempre, ovunque. È stato con Adamo ed Eva, con Mosè nel deserto, con i nostri padri, e oggi… è accanto a te. Sì, proprio a te.

Non lo capiamo fino in fondo – e forse non potremo mai farlo davvero – ma possiamo intuire, sentire. Possiamo crederci.

E poi c’è un altro mistero, altrettanto potente: la nostra unità. Quella tra noi e con Dio.
“Padre santo, custodiscili nel tuo nome… perché siano una sola cosa, come noi.” (v.11)
Gesù prega così il Padre, poche ore prima di essere catturato. E in quel momento drammatico, il suo pensiero è per noi. Per la nostra comunione. Per la nostra unità.

Ma che cos’è davvero questa unità? Non è solo il legame tra i discepoli, non è solo l’armonia della Chiesa. È qualcosa di più profondo. È radice. È origine.

Tutti noi, uomini e donne, veniamo dallo stesso gesto d’amore: Dio ci ha creati dallo stesso fango, lo stesso suolo su cui ha soffiato il Suo Spirito vitale. Adamo – adāmā, terra. Siamo terra, sì… ma anche respiro divino. Dentro ognuno di noi vive una scintilla che ci ricorda da dove veniamo, e verso Chi siamo diretti.

E sai una cosa? Anche quando sbagliamo, anche quando inciampiamo nel peccato, quella scintilla non si spegne. Era lì in Disma, il buon ladrone. In Zaccheo, in Matteo, nella samaritana. Era lì nel figliol prodigo, ed è anche in te.
C’è una parte di te che ha sete di Dio. Una parte che brama l’infinito.

Siamo un miscuglio di cielo e terra. Corpo e anima. Polvere e Spirito. E questa dualità ci accompagna ogni giorno: da un lato l’anima, che anela a risalire verso la Luce. Dall’altro, la carne, che ci attira verso ciò che luccica, ma non illumina. Verso ciò che inganna.

Ma quella scintilla, che geme “con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26), sa da dove viene… e sa dove vuole tornare.
Vuole Dio. Vuole il suo abbraccio. Vuole essere “una cosa sola” con Lui.

“Rimanete in me e io in voi” (Gv 15,4), ci dice Gesù.
“Perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi” (Gv 17,20-21).
Questa, amici miei, è la nostra vocazione: l’unità con Dio. È lì che siamo diretti. È lì che ci aspetta la gioia piena.

Gesù ce lo promette:
«Nella casa del Padre mio vi sono molti posti… io vado a prepararvi un posto… perché siate anche voi dove sono io.» (Gv 14,1-4)

Io ci credo. Lo sento. E lo spero per me e per te.
Quando lasceremo questo mondo, quella scintilla tornerà a casa. Si riunirà al Fuoco da cui è venuta. E lì, finalmente, non ci sarà più né morte, né lacrime, né affanni (Ap 21,3-4). Solo pace. Solo amore. #Santanotte

Alessandro Ginotta

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