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Meditazioni e preghiere
Verso l’alto

Verso l’alto

Oggi prenderò a prestito una frase iconica di Pier Giorgio Frassati (“verso l’alto”). Hai mai preso un binocolo “al contrario” (guardando cioè dall’obiettivo verso l’oculare)? Che cosa vedi? Tutto rimpicciolito ed estremamente distante! Qualche volta usiamo la nostra anima così… al contrario. Scopri di più nel mio in(solito) commento a:

Padre, glorifica il Figlio tuo (Giovanni 17,1-11)

A volte bisogna scavare fino in fondo… per ritrovare il cielo. Siamo abituati a immaginare Dio come un essere lontano, immenso, potentissimo. Qualcosa – o meglio Qualcuno – che sfugge alla nostra comprensione. Ma se c’è una cosa che Dio sa fare bene, è sorprenderci. Perché Lui, pur essendo onnipotente, non ha scelto di guardarci dall’alto in basso. No. Ha deciso di venire quaggiù, tra noi, di farsi carne, di calpestare la polvere della nostra strada.

Hai mai guardato attraverso un binocolo? Da un lato tutto appare enorme, quasi a portata di mano. Ma se lo rigiri… anche le cose più grandi diventano minuscole. È un po’ così che vanno le cose spirituali: viste dal lato sbagliato, sembrano piccole. E invece… sono immensamente più grandi di tutto ciò che ci circonda.

Dio, che avrebbe potuto farsi re, ha scelto di farsi Bambino. Ha lasciato la gloria del Cielo per una mangiatoia di fieno. Ha rinunciato al potere per abbracciare la povertà. È venuto non per dominare, ma per amare. Per guarire. Per soffrire con noi. Per perdonarci. Per salvarci. Ed è proprio nel momento più buio della sua vita – tradito, abbandonato, condannato, umiliato – che Gesù fa qualcosa di straordinario: prega per noi. Sì, proprio in quell’ora tremenda, quando il dolore bussa alla porta e la croce è ormai alle porte, Lui pensa a te. A me. A ciascuno di noi.

Ascolta le sue parole: «Io prego per loro… Padre santo, custodiscili nel tuo nome… perché siano una cosa sola, come noi» (Gv 17,9-11). È la sua preghiera prima di lasciare il Cenacolo, prima di andare nell’Orto degli Ulivi, prima del bacio di Giuda. Un momento solenne, unico. Il Dio-Uomo che si rivolge al Dio-Creatore. Il Cielo che tocca la Terra. Lo Spirito che abbraccia la Carne. Ma sai qual è il vero conflitto? Non è tra Dio e il mondo. È dentro di noi. È quella lotta continua tra ciò che ci attira verso il basso – il possesso, l’apparenza, il piacere – e quella sete profonda, inesauribile, che ci spinge a guardare in alto. Quella nostalgia di infinito che ci abita.

Ed è proprio per questo che Gesù prega: per la nostra anima. Perché sa bene quanto sia facile perdersi. Quanto sia difficile restare svegli, come nell’Orto. Ma Lui non ci lascia soli. Mostra al Padre le sue piaghe, ricorda il prezzo pagato. Ricorda quanto valiamo. Perché è per te che Dio ha ritenuto valesse la pena perfino di morire. È perché tu sia qui adesso a leggere queste parole. È perché tu domani nel tuo lavoro, nei tuoi studi o nella tua vita, trasformi queste parole in azione concreta. Così anche tu potrai diventare una pagina vivente di Vangelo. Ecco perché Dio prima si è fatto uomo e poi ha permesso che lo crocifiggessimo.

E allora comprendi tutto: il motivo dell’Incarnazione, della Croce, della Risurrezione. Il senso di quella Gloria che Gesù chiede al Padre. Non per sé, ma per donarci la vera eternità. Non un tempo infinito e vuoto, ma una vita piena, luminosa, in perfetta comunione con Lui. «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3).

Te lo ricordi cosa diceva Gesù nel Vangelo di Matteo? «Dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21). E San Paolo ci esorta: «Cercate le cose di lassù» (Col 3,2). E Sant’Agostino – che ci vedeva lungo – aggiungeva: “Con i tuoi occhi possiedi il cielo… misuri le stelle. Per mezzo dei tuoi occhi possiedi il mondo intero”. Ed eccoci arrivati a Pier Giorgio Frassati, che con la sua esortazione: “verso l’alto” ci riporta alla giusta prospettiva. Dobbiamo guardare attraverso il binocolo dalla parte giusta: avvicinare Dio all’uomo e non viceversa!

Allora, adesso che sappiamo dove guardare, lasciamo che il cuore voli in alto. Smettiamo di guardare alla finitezza dei nostri piedi. Smettiamo di rincorrere ciò che passa. Cerchiamo ciò che resta. Volgiamo lo sguardo lassù, dove si trovano i veri tesori. Quelli che nessuna ruggine consuma. Quelli che sanno di Cielo #Santanotte.

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo pantocratore” di Viktor Vasnetsov, 1885, olio su tela, Tretjakow-Galerie, Mosca

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