Vai al contenuto

Senti un vuoto nel tuo cuore?

Senti anche tu un grande vuoto nel cuore?

Senti anche tu un grande vuoto nel cuore? Lo so che Papa Francesco è tra le braccia di Dio, ma… in questo particolare momento storico rappresentava un’oasi di certezza. Viene meno un altro punto fermo in un mondo sempre più votato al disordine e ammantato di tenebre. Eppure, tra tanta tristezza, il Vangelo di oggi sembra fatto apposta (anzi, sono sicuro che sia così!): dedicato a chi piange davanti a una tomba che sembra troppo silenziosa.

Il mio in(solito) commento a:
«Ho visto il Signore e mi ha detto queste cose» (Giovanni 20,11-18)

Seguimi. Proviamo, insieme, ad affacciarci al sepolcro con Maria di Magdala. Timidamente, quasi in punta di piedi, ci avviciniamo a quel luogo che sa di fine. E mentre le lacrime ci rigano il volto, sentiamo quella voce:
«Donna, perché piangi? Chi cerchi?» (v. 15). Già… perché piango? Perché piangi anche tu? Perché ci manca. Perché quel vuoto sembra incolmabile.

Ma la verità è che chi ci ha lasciati… (Francesco, come qualsiasi altra persona a noi cara) non è più lì. No, non perché tutto sia finito con l’ultimo battito del cuore. Anzi. È solo cambiato qualcosa. È iniziato un nuovo modo di essere. Una nuova forma di vita.

Il Vangelo ci parla di Cristo, la cronaca di oggi del suo Vicario sulla terra. Ma io oggi voglio portarti oltre. Voglio che, insieme, pensiamo a tutte quelle persone per cui anche noi – proprio come Maria Maddalena – abbiamo pianto davanti a un sepolcro.

Chi mi conosce sa che parlo spesso di una scintilla di Dio. È quella luce che arde, magari nascosta, in fondo al cuore di ciascuno di noi. È l’anima. In alcuni brilla forte come un faro, in altri è avvolta da una nebbia di dolore o di fatica… ma c’è sempre. Sempre. Anche in chi ha sbagliato. Anche in chi si è allontanato. Perché quella scintilla è parte di Dio stesso: «Rimanete in me e io in voi» (Gv 15,4), ci dice Gesù.

Il filosofo Plotino immaginava l’anima come una scintilla divina che vuole tornare al fuoco da cui è nata. E io ci credo. Credo che anche la nostra anima desideri – ardentemente – tornare a Dio. «Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo» (Sal 82,6).

E allora sì, anche se abbiamo il cuore un po’ scassato come quello del buon ladrone, anche se siamo stati come Zaccheo o come il figliol prodigo… anche se ci sentiamo inadeguati come la samaritana… Dentro di noi c’è qualcosa che ci spinge a cercare Dio. Perché in Lui, e solo in Lui, l’anima nostra trova pace.

Sant’Agostino ci sussurra che, un giorno, là in Paradiso, non vorremo altro che restare lì. Sant’Anselmo aggiunge che il desiderio di ognuno sarà lo stesso desiderio di Dio. È lì che andiamo. È lì che vanno le anime di chi ci ha lasciati. E quella piccola scintilla che ha vissuto nel cuore dei nostri cari… ora si è riaccesa nel grande fuoco di Dio. È tornata a casa.

Lo so, il dolore della separazione è forte. Ma non possiamo trattenere chi è già partito. Anche Gesù lo disse:
«Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre» (v. 17).

Allora dovremmo imparare ad accompagnare chi non è più qui nel suo viaggio verso l’eternità. Con la preghiera, con l’amore, con la speranza. Perché no, la morte non è la fine. È un passaggio. È un nuovo inizio. Lo dice anche il Catechismo: “Con la morte, l’anima va incontro a Dio, pur restando in attesa di essere riunita al suo corpo glorificato” (CCC 997).

E chi risorgerà? “Tutti gli uomini che sono morti” (CCC 998). Tutti! Gesù è risorto. E anche noi risorgeremo.

Allora, sia che tu stia soffrendo per il Papa, o per una persona a te cara, ti invito a fare un passo. Un solo passo: affacciati al sepolcro, non restare fuori. Asciuga le lacrime per un momento e guarda dentro: è vuoto!

È il mistero più grande. La vita che continua. La vita che si trasforma, ma non finisce. La vita che ritorna a Dio, che è luce eterna. E quella luce… oggi, risplende anche per te #Santanotte

Alessandro Ginotta

Senti anche tu un grande vuoto nel cuore?
Il dipinto di oggi è: “Noli me tangere”, di Beato Angelico, 1440, affresco, 66×125 cm, Museo di San Marco, Firenze


Sostieni labuonaparola.it

 Se ti piace questo blog sostienilo.
La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità:





Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!


Scopri di più da La buona Parola

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Scopri di più da La buona Parola

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere