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Come lasciarsi guidare dallo Spirito Santo?

Come lasciarsi guidare dallo Spirito Santo?

Nel lavoro, nella vita, nell’amore… quando davvero mettiamo tutto di noi in quello che facciamo, quando davvero crediamo in quello che con le nostre mani costruiamo, è lì che viene fuori il meglio ed è proprio lì che la nostra esistenza si può trasformare in un capolavoro.

Il mio in(solito) commento a:
Lo Spirito della verità darà testimonianza di me (Giovanni 15,26-16,4)

Quando il ritmo della nostra vita fluisce a livelli così convulsi, sensazioni intense ed emozioni profonde possono farci sobbalzare e spingerci ora verso una gioia immensa ed ora verso un dolore acuto. Quante volte, amici cari, diciamo: gioie e dolori? E’ questo che ci preannuncia Gesù: la vita, con Lui nel cuore, diventa un capolavoro d’amore. Ma, come ogni grande amore, porta con sé impetuose gioie e dolori pungenti. E’ come fare rafting in un fiume di emozioni che ci scorre attorno.

“In verità, in verità vi dico che voi piangerete e farete cordoglio, e il mondo si rallegrerà. Sarete rattristati, ma la vostra tristezza sarà cambiata in gioia” (Giovanni 16,20). Le emozioni sono componenti essenziali della nostra vita: ci spingono, spesso ci motivano, ma talvolta ci scoraggiano. Abbiamo visto che sant’Ignazio di Loyola ci insegna che lo Spirito buono, lo Spirito Santo, Dio, ci incoraggia, ci rafforza e ci dà pace, mentre lo spirito cattivo, il male, ci rattrista, crea impedimenti, turbandoci con false ragioni per non farci andare avanti. Ecco la differenza! Dio vuole spronarci e motivarci con le emozioni positive, mentre il diavolo ci contrasta con quelle negative. Scrive San Paolo nella lettera ai Galati: “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Galati 5,22).

Così la gioia che deriva dall’essere con Dio, dal camminare con Lui per le strade del mondo, è “sporcata” proprio perché viviamo nel mondo, dove conviviamo con quel “serpente” che ingannò Adamo ed Eva. E’ l’ombra del Peccato Originale che ci rattrista. Quella gioia intensa che proviamo quando più siamo in comunione con Dio che ci ama, talvolta ci viene tolta, strappata via da un demonio che ci odia. Un demonio che insidiava gli stessi apostoli ed i primi cristiani. Un demonio che insidia ancora oggi tutti i cristiani perseguitati nel mondo.

Ma noi abbiamo una certezza: la nostra tristezza si trasformerà in gioia. Sì, quando il destino dell’uomo si compirà, ed il Figlio dell’Uomo ci chiamerà a Lui, allora noi potremo essere, come Lui e insieme a Lui: puro ed autentico amore. E la nostra gioia non sarà più turbata. Perché “non vi sarà più maledizione” (Apocalisse 22,3) e Dio “tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”, perché: “Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli” (Apocalisse 22,5).

Fino ad allora, finché vivremo “nel mondo”, sperimenteremo questa imperfezione, il nostro spirito sarà “corruttibile” un po’ come il nostro corpo, e sarà soggetto ai sentimenti negativi che ci ispira il demonio. Perché per ora, scrive San Paolo: “La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà” (1Corinzi 13,9).

Il Paraclito, lo Spirito Santo, ci può aiutare, oggi stesso, a “vedere meglio le cose”. Se permetteremo allo Spirito Santo di scendere dentro di noi e di plasmarci, allora ci avvicineremo a quella “perfezione che sarà”, e noi stessi diventeremo meno suscettibili alle insidie del male. Perché il demonio trema davanti allo Spirito Santo.

E lo Spirito Santo è quel fuoco d’amore che resta acceso sotto la cenere delle nostre colpe. E’ quella energia del bene che è più forte di ogni male. E’ quella capacità di resistere, anche davanti al dolore della Croce; perché noi sappiamo che, dietro l’ombra di ogni croce, per quanto buia, si staglia la luce della Risurrezione.

Sforziamoci allora di risorgere, anche qui, anche ora, oggi stesso, mentre leggiamo queste righe. Cacciamo da noi la tristezza e le preoccupazioni originate dal male riponendo tutte le nostre preoccupazioni in Gesù. Bruciamole su questa brace alimentata dallo Spirito Santo, permettiamo allo Spirito di Dio di soffiare su di noi ed allontanare da noi le ceneri del peccato e dei cattivi pensieri.

Perché come vento entri nella nostra anima e la ripulisca da ogni incrostazione malvagia e ci dia la forza di rialzarci in piedi e tornare a sorridere alla vita. Dio lo può. Dio lo vuole.

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Pentecoste” di Juan Bautista Maíno, 1620, olio su tela, 324×246 cm, Museo del Prado, Madrid

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