Se oggi non andiamo più a bussare alla porta del vicino nel cuore della notte per chiedere un pezzo di pane, non è per un maggior rispetto, ma perché un mondo sempre più chiuso e individualista ci ha portato via la fiducia nell’altro. Fiducia che, non troppo tempo fa, ci sembrava naturale avere.
Il mio (in)solito commento a:
Chiedete e vi sarà dato (Luca 11,5-13)
Non ci fidiamo più degli altri. Siamo sempre sulla difensiva, convinti che chi ci sta accanto voglia solo approfittarsi di noi. Ma così ci perdiamo il bello della vita. Ci precludiamo incontri, sorrisi, momenti di condivisione. Viviamo prigionieri delle nostre paure, dei nostri confini. Ma c’è di più: questa chiusura non danneggia solo le nostre relazioni, ci ruba anche la fiducia in Dio. Ci sottrae la fede.
Come può la diffidenza verso il prossimo minare il nostro rapporto con Dio? Proviamo a leggere “al contrario” la parabola del Vangelo di oggi.
Gesù racconta: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: ‘Amico, prestami tre pani, perché è arrivato da me un ospite e non ho nulla da offrirgli’, e se dall’interno l’amico risponde: ‘Non disturbarmi, la porta è già chiusa, i miei bambini sono a letto e non posso alzarmi per aiutarti’, vi dico che, anche se non lo farà per amicizia, lo farà almeno per l’insistenza» (Luca 11,5-8).
Questi versetti, che ci strappano un sorriso, non parlano solo di vicini di casa. Ci invitano ad avere fede. Il vicino, pur scocciato, alla fine aprirà la porta per sbarazzarsi di noi e ci darà i pani. Non lo fa per gentilezza, ma per convenienza.
Ora, se persino una persona scontrosa alla fine ci accontenta, quanto più Dio, che ci ama, sarà pronto a rispondere alle nostre preghiere? La parabola ci invita ad aprire il cuore a Dio e agli altri. Gesù ci rassicura: “Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (Luca 11,9). Se chiediamo con fiducia, Dio non ci lascerà mai soli.
Ma se non riusciamo più a fidarci del prossimo, come possiamo fidarci di Dio? Come possiamo avere fede? Il nostro cuore si è chiuso, i sentimenti più belli si sono inariditi.
È tempo di ritrovare il coraggio di chiedere, di bussare. Certo, forse qualcuno ci risponderà male. Ma tante altre volte, più di quanto immaginiamo, riceveremo un sì. Ci sono ancora oasi di bontà pronte a far fiorire il deserto delle nostre vite.
Non partire sconfitto. Metti da parte la paura e chiedi quei tre pani al vicino di casa. Resterai sorpreso da quante volte otterrai una risposta positiva, anche quando eri convinto del contrario. E questo vale sia con le persone, sia con Dio. La preghiera fatta con fiducia ha una forza che non puoi nemmeno immaginare.
Osiamo. Bussiamo. Chiediamo. Nei piccoli gesti quotidiani come nelle grandi preghiere. Costruiremo insieme un futuro migliore, con quell’amico che ci offrirà tre pani e con Dio, che ci ama tanto da non ignorare mai le nostre richieste.
#Santanotte
Alessandro Ginotta
Sostieni labuonaparola.it
Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.
Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!
Scopri di più da La buona Parola
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.