Sai cosa fa davvero Dio? Ci sceglie. Sì, proprio così. Ci pesca dalla folla, tra persone comuni, piene di difetti e fragilità, e ci affida una missione. Non ci vuole perfetti, ci vuole autentici. E ci dà ciò che ci manca per portare a termine il compito che ci affida.
Il mio in(solito) commento a: “Oggi si è compiuta questa Scrittura” (Luca 4,14-22)
Ogni tanto, nella storia, arrivano uomini straordinari, capaci di vedere oltre, di scrutare l’invisibile con gli occhi dell’anima. Isaia era uno di questi. Ottocento anni prima di Gesù, ha annunciato la sua venuta con parole che oggi ci fanno venire i brividi: «La vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Isaia 7,14). Isaia ha visto anche Giovanni Battista, il precursore: «Preparate nel deserto la via del SIGNORE, appianate nei luoghi aridi una strada per il nostro Dio!» (Isaia 40,3-5). E poi, quel brano che Gesù leggerà in sinagoga secoli dopo: «Lo spirito del Signore Dio è su di me… mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri» (Isaia 61,1).
Ma il vero colpo al cuore sono i Canti del Servo di Javhé. Isaia descrive la Passione di Gesù con una precisione spiazzante. Leggi queste parole e sembra di essere sotto la croce:
«Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti» (Isaia 53,5).
Non è impressionante? “Trafitto”, “Maltrattato”, “Come un agnello condotto al mattatoio”. Isaia non racconta solo un futuro evento, ci fa sentire il peso dell’amore di Dio per noi.
E allora, dove voglio arrivare? Voglio farti notare una cosa meravigliosa: la Bibbia è un tesoro inesauribile. Parole scritte secoli fa che oggi esplodono di significato. La Parola di Dio è viva, ti parla, ti sfida, ti consola. San Paolo lo dice chiaro: «La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio» (Ebrei 4,12).
Ma chi è un profeta? Non è un indovino o un mago. È una persona comune, chiamata da Dio per parlare in suo nome. Isaia stesso si sentiva inadatto: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono» (Isaia 6,5). Ma Dio lo purifica e lo invia. E così fa con noi. Ci chiama, ci purifica, ci affida una missione.
Oggi tocca a noi. Sì, proprio a me e a te. Gesù ci dice: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura» (Marco 16,15). Essere profeti oggi significa ascoltare Dio, vivere la Sua Parola, diventare testimoni vivi del Vangelo. Non si tratta di giudicare, ma di aprire orizzonti di speranza. Di mostrare con la nostra vita che Dio ci ha creati, amati e resi liberi, affinché possiamo amarLo a nostra volta.
Sai qual è la cosa più bella? Gesù non scarta la canna incrinata, ma la ripara. Non spegne lo stoppino che fuma, ma lo ravviva. Ogni volta che cadiamo, ci rialza. Quando la nostra luce vacilla, soffia su di noi lo Spirito Santo per riaccenderla. Questo è il Dio che cammina accanto a noi. Un Dio che non si stanca mai di cercarci, di amarci, di perdonarci.
E allora, cosa aspetti? Lasciati pescare. Lasciati amare. E porta nel mondo quella luce che solo tu puoi donare #Santanotte
Alessandro Ginotta
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