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Meditazioni e preghiere
Soffri di “rinuncite”?

Soffri di “rinuncite”?

Ti sei mai fermato a pensare che sei parte del disegno di Dio per rendere questo mondo un posto migliore? Sì, proprio tu. Non girarti dall’altra parte: sto parlando con te che stai leggendo adesso. Sei stato scelto. Scelto per fare la differenza. Per cambiare il futuro. E allora, per favore, non cadere nella trappola della “rinuncite”.

Il mio in(solito) commento a:
«Non vi chiamo più servi, ma vi ho chiamato amici» (Giovanni 15,9-17)

C’è una malattia subdola che si è fatta largo nella nostra epoca: la rinuncite. È quella che ci fa dire “tanto non serve a niente”. Quella che ci convince che non vale la pena impegnarsi. Che ci fa rinunciare a votare, perché “è tutto un magna magna”. Che ci fa restare a casa invece di offrire due braccia e un po’ di cuore a chi ha bisogno. Lo sapevi che solo negli ultimi sei anni, in Italia, abbiamo perso un milione di volontari? Un milione! Dove siamo finiti?

Abbiamo smesso di credere. Stiamo perdendo fiducia, stiamo lasciando andare la speranza. E così, invece di remare, ci facciamo trasportare dalla corrente. Ma dove ci porterà questa corrente, se tutti ci lasciamo andare? Alla deriva. E non solo noi: ci trasciniamo dietro anche il mondo.
E allora no, non possiamo rinunciare. Non ai nostri sogni. Non ai nostri ideali. Non a quei valori che i nostri padri hanno difeso con le unghie e con i denti. Quei valori per cui qualcuno ha dato anche la vita: giustizia, pace, solidarietà, amore.

Dio ci ha scelti. Non perché siamo perfetti, ma perché ci ama. Sempre. Anche quando sbagliamo. Anche quando lo tradiamo. Anche quando, con le nostre fragilità, lo feriamo. E nonostante tutto questo, ci chiama amici. Non servi. Non sudditi. Amici. Hai idea di quanto rispetto e quanto amore ci sia in questa parola?

È un Dio che non se ne sta lontano ad osservare, ma che si fa vicino, si fa pane, si fa parola. È qui. Nascosto tra queste righe che stai leggendo. Entra nel tuo cuore e ti sussurra: “Non sei solo. Lo so che è dura. Lo so che hai le tue croci. Ma io sono con te. Sempre.”

E poi, con quel sorriso che scioglie ogni paura, ci dice anche: “Forza, non mollare. Getta di nuovo le reti, stavolta dall’altro lato. Fidati. Vedrai che le tirerai su colme di vita.”

E cosa ci chiede in cambio? Una cosa sola. Semplice a dirsi, ma rivoluzionaria da vivere:
«Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» (v.12).

Davanti a te – e a me – ci sono due strade. Una è quella dell’amore, dell’impegno, della speranza che rialza il mondo pezzo dopo pezzo. L’altra è quella del disimpegno, del restare comodi nel proprio angolo mentre tutto attorno si spegne.
E allora, quale strada scegli?

Io spero – con tutto il cuore – che sceglierai quella dell’amore. Perché se anche solo uno di noi ci crede, allora non tutto è perduto. E se ci crediamo in tanti… possiamo cambiare il mondo #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Cena ad Emmaus”, di Carl Bloch, 1870, olio su rame, Brigham Young University Museum of Art

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