Vai al contenuto

Perché dovremmo avere fede?

moltiplicazione dei pani e dei pesci

Una tunica mossa dal vento. Da qui parte il mio decisamente in(solito) commento sulla Moltiplicazione dei pani e dei pesci:
Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti, quanto ne volevano (Giovanni 6,1-15)



Ma come, Gesù!? Non sai che “cinque pani d’orzo e due pesci” non bastano? Lo pensa Filippo, che di matematica se ne intende, tant’è che sta calcolando quanti denari ci vorranno per sfamare le cinquemila bocche che si trova davanti: “Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo»” (Giovanni 6,5-7) . Lo pensa Andrea, che da buon pescatore, i pesci li conosce bene: “Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?»” (Giovanni 6,8-9). E lo pensiamo anche noi. Vero?

Avremo tutti  letto questo brano decine e decine di volte, e chissà quante altre l’avremo sentito proclamare in Chiesa. Eppure, se d’incanto noi venissimo catapultati duemila anni nel passato, trovandoci immersi nella scena, guardando quelle tuniche mosse dal vento, osservando quegli occhi stanchi, quei visi sudati, la sabbia tra i calzari e sui piedi scalzi, anche noi saremmo tentati di pensare che cinque pani e due pesci non potranno bastare per tutti.

Eppure, se avessimo fede, sapremmo che, proprio con la fede, si spostano anche le montagne! “Allora Gesù, rispondendo, disse loro: «Abbiate la fede di Dio! Perché in verità vi dico che se alcuno dirà a questo monte: ‘Spostati e gettati nel mare’, e non dubiterà in cuor suo, ma crederà che quanto dice avverrà, qualunque cosa dirà, gli sarà concesso. Perciò vi dico: Tutte le cose che domandate pregando, credete di riceverle e le otterrete” (Marco 11,22-24).

Sì, amici cari, io vi ho portati, con la fantasia, sul monte che sorge sull’altra sponda del mare di Galilea, ma se ora proveremo a guardare dall’altra parte dello specchio, là dove si trovano le nostre case, là dove trascorrono le nostre vite, in mezzo ai nostri problemi, alle nostre difficoltà quotidiane, in mezzo alla malattia, e talvolta in mezzo a piccole gioie, scopriremmo che anche lì Gesù ci invita ad avere fede. Ci sprona a desiderare di poter spostare le montagne. 

Perché la fede che Dio ci chiede è una forza rivoluzionaria che agisce dentro e fuori di noi. È la fede che non si piega al ricatto della realtà, ma che la trasforma, permettendo, anche all’impossibile, di accadere. E’ una fede coraggiosa, che non si ferma davanti a nulla e nessuno. E’ una speranza contro ogni speranza.

E, se saremo capaci di coltivare questa virtù, scopriremo anche noi che, da cinque pani d’orzo e due pesci, potremo non solo tirare fuori tutto quel che servirà per far mangiare cinquemila persone, ma addirittura potremo riempire dodici canestri con gli avanzi: “Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato” (Giovanni 6,11-13).

Perché la risposta di Gesù, alla nostra fede, è sempre di una generosità sovrabbondante. Sì, Lui non si ferma a pensare se pochi pani e pochi pesci potranno bastare. Lui è sicuro che basteranno. Ed avanzeranno. Chi possiede questa fede, anche se solo un pizzico, come un granellino di senape, potrà fare cose che, ai più, sembrano impossibili.

A tutti noi, che vogliamo credere, che vogliamo avere fede, Gesù chiede di non rinchiuderci nei nostri schemi asfittici e riduttivi, di non affidarci al calcolo ed alla ragione, ma di alzare lo sguardo oltre l’orizzonte e contemplare la vastità del cielo. La vastità di Dio. E lasciare che, i nostri pensieri, vengano trasportati dall’alito dello Spirito Santo “che soffia dove vuole e quando vuole” (cfr. Giovanni 3,8).

#Santanotte amici cari, la vostra fede sia, prima di tutto, fantasia e coraggio. E nessun ostacolo vi fermerà. Dio vi e ci benedica tutti! 🙂 🙂 🙂

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Moltiplicazione dei pani e dei pesci” di Bartolomé Esteban Murillo, 1671, olio su tela, 250 x 590 cm, Chiesa Ospedale della Carità, Siviglia


Scopri di più da La buona Parola

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Scopri di più da La buona Parola

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading