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No, non essere perfetti non è una scusa per non seguire Dio!

No, non essere perfetti non è una scusa per non seguire Dio!

No, non commettiamo lo stesso errore di quel giovane ricco. Non lasciamoci sfuggire l’occasione di seguire Gesù solo perché ci sembra troppo difficile rinunciare a qualcosa. Non serve essere perfetti per mettersi dietro a Lui: Dio non ci cerca impeccabili, ma autentici. Con le nostre fragilità, i nostri inciampi, le nostre ferite. E sai qual è la cosa più bella? Che non essere perfetti non è una scusa per non seguirlo… anzi, è proprio il motivo per cui Lui ci tende la mano!

Il mio (in)solito commento a:
«Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e avrai un tesoro nel cielo» (Matteo 19,16-22)

“Che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. È la domanda che un giovane ricco rivolge a Gesù. Una domanda che, se ci pensi, potresti aver fatto anche tu nel silenzio del tuo cuore. Ma la risposta lo spiazza: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». E lui? Se ne va triste, con lo sguardo basso, perché possedeva molti beni.

Eppure il vero tesoro era proprio davanti a lui. E l’ha lasciato andare.

Sai cosa penso? Che spesso anche noi rischiamo di cadere nella stessa trappola. Ci convinciamo che ci sia una frattura insanabile tra il cielo e la terra, tra lo spirituale e il materiale. E allora accumuliamo, difendiamo, custodiamo i nostri piccoli “idoli di metallo” come se potessero darci vita. Ma dimentichiamo che tutto ciò che esiste è opera di Dio: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Genesi 1,31). Perfino l’oro e l’argento sono suoi. Ma a Dio, credimi, non importa dell’oro: importa di te.

Quello che gli sta a cuore non è il conto in banca, ma il tuo cuore. Non il tuo successo, ma la tua capacità di amare. Non vuole che il denaro ci avveleni l’anima, che ci renda egoisti, indifferenti, incapaci di vedere chi ci passa accanto con lo sguardo affamato, nudo, assetato, solo, malato, dimenticato (cfr. Matteo 25,35-44). Quello che conta non è quanto possediamo, ma come scegliamo di usarlo. Tanto o poco che sia, se diventa pane spezzato, allora diventa ricchezza che vale davvero.

Santa Teresa di Calcutta lo diceva senza mezzi termini: “Non esiste povertà peggiore che non avere amore da dare”. È l’amore la vera moneta che non perde mai valore. Il resto è polvere. E lo sai perché? Perché noi stessi veniamo dalla polvere, ma su quella polvere Dio ha soffiato il suo Spirito: «plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita» (Genesi 2,7).

Ecco la differenza: polvere senza vita, o polvere abitata dall’Amore. Prigionieri dell’immanenza o liberi nella trascendenza. Materia che resta materia, o materia trasfigurata dallo Spirito. E allora capisci che il mondo terreno, in sé, non ha valore davanti a Dio. Ma tu sì. Tu sei prezioso. Sempre nel suo cuore.

Non lasciamoci sfuggire Gesù. Non lasciamoci rubare la gioia del Vangelo. Non importa se non saremo mai perfetti, Lui non ci ha chiesto questo. Ci ha chiesto solo una cosa: di seguirlo. E se dovessimo inciampare, Lui sarà pronto a tendere una mano per aiutarci a rimetterci in piedi.

#Santanotte

Alessandro Ginotta

L’illustrazione di oggi è: Miniatura da l’Evangile Du Roi Gagik De Kars, secolo XI, Patriarcato armeno di Gerusalemme

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