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Mettiti nei panni di Gesù

Mettiti nei panni di Gesù

Hai mai provato a metterti nei pensieri di Gesù? A salire, con cuore tremante, lassù dove Lui è stato appeso per amore? Oggi faremo un esperimento un po’ folle, ma incredibilmente potente: ci arrampicheremo idealmente sulla Croce… per guardare il mondo con i suoi occhi. E da lassù, ti prometto, scopriremo quanto è smisurato l’amore di Dio per te.

Il mio (in)solito commento a:
«Per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi» (Gv 11,45-56)

I capi dei sacerdoti, gonfi di orgoglio e accecati dalla paura, sibilano: «Che facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare, tutti crederanno in lui…». E allora decidono. Sì, decidono di uccidere l’Amore. Terribile, vero? Ma… fermati un attimo. Pensaci bene: quanto somiglia tutto questo anche a noi?

Quante volte, purtroppo, anche oggi si cerca di “zittire” chi fa del bene? Quante volte si tenta di mettere da parte chi brilla troppo, chi sa amare davvero, chi osa dire la verità? È facile, troppo facile, cedere alla tentazione di far fuori – col silenzio, con l’indifferenza, con la cattiveria – chi ci mette a disagio con la sua bontà. E così, ancora oggi, nel nostro piccolo, riviviamo quel buio Venerdì. Inchiodiamo anche noi Gesù.

Ogni volta che facciamo finta di non vedere, ogni volta che giudichiamo, che odiamo, o semplicemente che non amiamo… lo rimettiamo là, su quella Croce. Perché in fondo, speriamo che insieme a Lui taccia anche la nostra coscienza. Che smetta di parlarci. Che non ci ricordi più quel “hai sbagliato” che brucia dentro anche quando ci convinciamo di essere nel giusto.

Eppure, nonostante tutto questo, Lui ci ama. Ci ama davvero. Ci ama anche quando sbagliamo, quando inciampiamo nei nostri limiti, quando cediamo all’orgoglio o ci facciamo fregare dall’invidia, dall’egoismo, dalla paura. Siamo fragili, sì. Ma è proprio lì, nella nostra fragilità, che Dio ci raggiunge. E ci tende la mano.

E da lassù, da quella Croce che gli abbiamo costruito noi con le nostre stesse mani, arriva una frase che squarcia il cielo e il cuore: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). Il Dio che conosce ogni più piccolo battito del tuo cuore, il Dio che ti ha pensato da sempre, non alza mai il dito per giudicare. Ma le braccia, sì: le apre per abbracciarti.

Non ha condannato Giuda. Non ha condannato Pietro. Non ha condannato Caino. Non condanna nemmeno te. Nemmeno me.

E allora vieni. Sali anche tu su quella Croce. Fatti piccolo accanto a Lui. Guarda il mondo dall’alto. Ti accorgerai di quanto male può fare il nostro non-amore… ma anche di quanto bene può scaturire da un cuore che si apre. Fai come il buon ladrone, san Disma: “Ricordati di me, quando entrerai nel tuo regno” (Lc 23,42). E sentirai, sulla pelle, quella frase che salva: “Oggi sarai con me in Paradiso” (Lc 23,43).

Sì, perché se impariamo a guardare tutto da lassù, da quell’altezza scandalosa d’amore, scopriremo che siamo amati. Personalmente. Totalmente. Fino all’ultimo respiro. Rispondiamo all’Amore con amore. Non soffochiamolo nel cuore. Lasciamolo fiorire. Quando tutto sembrava finito, quando il buio aveva inghiottito perfino il sole… lì è iniziato tutto. La luce della Risurrezione è esplosa. E, da quel giorno, Gesù continua a camminare con noi. Anche adesso. Anche in questo istante.

È qui. Tra queste parole che si spezzano come Pane. È qui. E ti dice: “Non temere. Lo so che la vita è difficile. Lo so che a volte il peso sembra insostenibile. Ma io sono con te. Sempre”.

Allora… Che Dio ti doni il coraggio del buon ladrone. La forza di aprire il tuo cuore, per lasciarti amare. Svuòta l’anima da tutto ciò che la appesantisce. Scegli il bene. Scegli sempre l’amore. E ricorda: il Paradiso si può rubare. Basta desiderarlo davvero #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Crocifissione con San Domenico e San Tomaso d’Aquino”, affresco di Beato Angelico, 1446, 119 x 181 cm, Convento di San Marco, cella n. 37

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