Vai al contenuto

Mala tempora currunt

Mala tempora currunt

Basta sfogliare i giornali o guardare un TG in TV per rendersi conto che attorno a noi stanno accadendo cose terribili. Fatti che, solo fino a pochi anni fa avremmo ritenuto impensabili e impossibili. Eppure il male avanza attorno a noi nella quasi più totale indifferenza. Perché esiste il male? Me lo sono chiesto ed ho provato a rispondere:

Il mio in(solito) commento a:
Cercavano di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani (Giovanni 10,31-42)

Hai mai sentito un violino suonare con una corda spezzata? È un suono straziante. Una melodia che dovrebbe incantare, e invece graffia l’aria. Ecco, l’universo, oggi, suona proprio così. Perché qualcosa, anzi qualcuno, ha spezzato l’armonia. È stato il demonio, ancor prima che l’uomo, a dire “no” a Dio. E quell’eco rimbomba ancora nella creazione.

E allora mi chiedo, e ti chiedo: perché il male? Perché tanta sofferenza? Perché Dio non interviene a spazzarla via? Domande che mi sono fatto tante volte. Non volevo fermarmi a un punto interrogativo. Volevo andare oltre. Così ho cercato. Ho letto, pregato, riletto la Bibbia, ascoltato i Padri della Chiesa… e poi ho scritto. Nero su bianco. Non per dire “questa è la verità”, ma per raccontarti quella che, dopo tanto cammino, è diventata la mia.

E oggi voglio condividerla con te. Perché il Vangelo ci offre una scena potente: Gesù minacciato, inseguito, braccato da chi avrebbe dovuto riconoscerlo come il Messia. E Lui, con una serenità disarmante, si sottrae. Non fugge: sfugge.

Un gesto che grida un messaggio: non puoi imprigionare Dio con le tue idee, non puoi lapidare la verità solo perché ti mette a disagio. E poi c’è quel punto che ci spiazza: il Padre non salva il Figlio dalla croce. Ma perché? Perché non lo ha liberato, come avremmo fatto noi? Perché ha permesso tutto quel dolore? La risposta è vertiginosa: perché solo passando attraverso la croce – non aggirandola – si arriva alla Risurrezione.

È dura da accettare, lo so. Anche per me. Ma è così. E allora anche noi, con tutta la fatica che comporta, siamo chiamati ad avere fiducia. A lasciare che sia Dio a indicare la via, senza pretendere di dettargli la mappa. Ma torniamo alla domanda iniziale: perché esiste il male?

Giobbe l’ha gridato in faccia a Dio, e non ha ricevuto risposte facili. Perché non ce ne sono. Ma qualche luce possiamo intravederla. Il male – lasciamelo dire con il cuore in mano – non viene da Dio. Non può. Perché Dio è amore, è tenerezza, è cura. Dio lascia le novantanove pecore per venire a cercare proprio te, proprio me, ogni volta che ci perdiamo.

Esistono due tipi di male. Uno, terribile, è quello che scegliamo noi: con l’odio, la violenza, l’indifferenza. È il male che nasce quando smettiamo di amare. Quando il nostro cuore si chiude, e l’invidia prende il posto della compassione.

Poi c’è l’altro male, quello che sembra non avere senso: la malattia, le catastrofi, le pandemie. Ma se guardi bene, anche questo ha una radice antica: è il frutto amaro di una ferita, quella che si è aperta quando l’uomo ha detto “no” a Dio, scegliendo il peccato.

Quel rifiuto ha scosso tutto. Ha fatto vibrare l’universo come un violino rotto. Ancora oggi il cosmo porta le cicatrici di quel gesto. Ma attenzione: Dio non ci ha lasciati soli. Non ci ha mai abbandonati. Ha mandato il suo Figlio. Per dirci che anche nel dolore, Lui c’è. Gesù ha sofferto. È stato tradito, flagellato, inchiodato. Eppure, proprio in quel dolore ha preso su di sé tutto il nostro male. Per riscattarlo. Per trasformarlo. Per dirci che la sofferenza non è l’ultima parola. L’ultima parola è: Vita eterna. Sì, perché come ci dice Giovanni, Dio ci ha tanto amati da mandare il suo unico Figlio, perché nessuno vada perduto.

E allora anche quando il dolore ci lacera, anche quando le parole si inceppano e il silenzio diventa pesante… non siamo soli. Dio soffre con noi. Piange con noi. Sta sulla croce con noi.

Proviamo a fare un salto di fede: saliamo anche noi su quella croce. Guardiamo il mondo con gli occhi del Crocifisso. E da lassù, vedrai… tutto prende un altro senso. Come fece il buon ladrone: con un semplice “Ricordati di me” spalancò le porte del Cielo. E oggi, se anche tu ti senti ferito, smarrito, in lotta… puoi dire la stessa cosa. E sentirti rispondere, nel profondo del cuore: “Oggi sarai con me in Paradiso” #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Crocifissione”, di Onslow de Lazenges, XIX secolo, olio su tela, 60x80cm, collezione privata

Sostieni labuonaparola.it


Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.

Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!


Iscriviti alla newsletter di La buona Parola

Ricevi ogni giorno il mio in(solito) commento nella tua e-mail. È gratis e potrai cancellarti in ogni momento

Iscriviti alla newsletter di La buona Parola

Ricevi ogni giorno il mio in(solito) commento nella tua e-mail. È gratis e potrai cancellarti in ogni momento

Continua a leggere