Quando la meraviglia incontra lo stupore… a piccoli passi verso un abbraccio tra due incredibili miracoli
Il mio in(solito) commento a:
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili (Luca 1,39-45)
Prova a immaginare i passi di Maria, giovane e umile, mentre si dirige verso Elisabetta. Come saranno stati? Leggeri, quasi danzanti, perché la gioia di portare dentro di sé il Salvatore le dava ali ai piedi? O forse più pesanti, sotto il peso della responsabilità che sentiva sulle spalle? O ancora incerti, come quelli di chi sta cercando di capire un mistero troppo grande per essere spiegato?
E poi, perché così in fretta? (cfr. v. 39) Cosa l’ha spinta a lasciare tutto e salire su quelle strade di montagna? Era il desiderio di condividere la sua incredibile notizia con la cugina? Oppure il bisogno di confrontarsi, di trovare conforto e comprensione?
Sai, credo che Maria avesse già più certezze che dubbi. Fiduciosa nell’Angelo, certa di Dio. La Parola che cresceva in lei le dava forza, passo sicuro e cuore in pace.
Quando Elisabetta sente il bambino esultare nel grembo, Maria risponde con un canto che ha attraversato i secoli: il Magnificat. La gioia esplode, segno che il Vangelo è arrivato, ha toccato cuori, ha già iniziato a trasformare. È una gioia che chiama all’esodo, al dono, a uscire da sé stessi per camminare incontro agli altri. Come dice Papa Francesco nella Evangelii Gaudium: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”.
E Maria, incinta e con ogni diritto di pensare a sé stessa, che fa? Si mette in viaggio, per servire Elisabetta. Un esempio luminoso di servizio umile e amore concreto. Non è forse questa la Chiesa che siamo chiamati a essere? Una Chiesa in uscita, pronta a portare aiuto e speranza. Maria ci mostra che amare significa muoversi, agire, donarsi.
Eppure, lei che è stata scelta per il più grande dei doni, non si esalta. Risponde con umiltà, riconoscendo tutto come opera di Dio: “Ha guardato l’umiltà della sua serva”. È questo lo spirito che ci insegna: vivere con gratitudine, accogliere con umiltà, amare senza misura.
Non dimentichiamo poi chi sono le protagoniste di questo racconto. Maria ed Elisabetta, due donne. Donne in un tempo che le relegava ai margini, ma che nel Vangelo diventano centro di un evento che cambia la storia. Dio innalza gli umili e ribalta i valori del mondo.
Maria cammina. Maria porta la gioia. Maria agisce. Ed è qui che dobbiamo imparare da lei. Non fermiamoci a pensare, rimuginare, pianificare senza mai partire. Anche noi possiamo muoverci “in fretta”, come lei, per portare agli altri ciò che abbiamo di più prezioso: Gesù e il suo Vangelo. Non solo con le parole, ma con una testimonianza viva, concreta, che parli di amore e dono.
Diventiamo anche noi pagine viventi del Vangelo. Perché il mondo ha bisogno di gioia e cammini condivisi.
#Santanotte
Alessandro Ginotta
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