
Il miracolo della fiducia
Immagina: cinquemila persone. Una folla sterminata. Stanchezza sul volto, polvere sui vestiti, fame nello stomaco… ma nel cuore, una fame ancora più profonda: quella di senso, di pace, di amore. Hanno camminato per ore, alcuni forse per giorni. Non per curiosità. Ma per ascoltarlo. Per lasciarsi sfiorare, cambiare, guarire dalle parole del Maestro.
E adesso? È tardi. Il sole inizia a calare. Gli apostoli, pratici come sempre, propongono una soluzione logica: “Congeda la folla, che vadano nei villaggi a mangiare”. Ma Gesù no. Lui non la pensa come noi. Lui guarda oltre la nostra logica, oltre le nostre soluzioni “efficienti”. Lui guarda il cuore. E sa che quella folla ha bisogno di molto più che pane: ha bisogno di speranza.
Il mio in(solito) commento a: Tutti mangiarono a sazietà (Luca 9,11-17)
Allora dice qualcosa di disarmante: «Date voi stessi da mangiare». Come a dire: “Non aspettate che qualcun altro si muova. Siate voi il miracolo che aspettate”.
Ma gli apostoli fanno i conti, come faremmo noi: “Abbiamo solo cinque pani e due pesci… che cos’è mai per tanta gente?”. E qui, succede l’impossibile.
Gesù prende il poco, lo benedice, lo spezza… e quel poco diventa tanto. No, diventa tutto. Più di tutto.
Tutti mangiarono a sazietà. E avanzò.
Ecco, qui c’è il segreto. Dio non si limita a rispondere alle nostre necessità. Lui esagera. Sempre. Ama con eccesso. Dona con abbondanza. Dove noi vediamo il limite, Lui spalanca l’infinito.
Sai qual è il problema? Che noi non ci crediamo più. Abbiamo smesso di sognare. Abbiamo smesso di immaginare che Dio possa intervenire davvero nella nostra vita. Diciamoci la verità: crediamo in Dio… ma non gli crediamo. Lo preghiamo… ma poi continuiamo a portare da soli il peso delle nostre giornate, come se fossimo orfani.
Siamo troppo attaccati alla logica. Alla razionalità. Ai numeri che devono tornare, ai bilanci, alle previsioni.
E quando Dio ci chiede di fidarci, noi rispondiamo come gli apostoli: “Ma come si fa?”. “Non basta…”. “Non è possibile…”.
E invece è proprio lì che può accadere il miracolo. Quando mettiamo nelle mani di Dio il nostro “poco” – il nostro tempo, la nostra pazienza, il nostro amore spicciolo, i nostri dubbi, perfino la nostra stanchezza – Lui lo moltiplica. Lo trasforma. Lo rende vita per noi e per chi ci sta attorno.
Non ti chiedere se hai abbastanza pane da condividere. Chiediti se hai abbastanza fiducia per offrirlo.
Perché la Provvidenza non si calcola. Si vive. Non ha logiche di mercato, né criteri di efficienza. Agisce nella sproporzione. E più grande è il bisogno, più spettacolare sarà la risposta.
Lo vedi, anche oggi, anche adesso, Dio ti dice: “Dai tu da mangiare. Offri quello che hai. Fidati di me”.
E se lo fai… se trovi il coraggio di uscire dagli schemi, di lasciare che la tua anima si alzi in volo, allora vedrai l’impossibile accadere.
Perché la fede che Dio ci chiede è un atto rivoluzionario. È la forza che cambia la realtà. È il “sì” detto anche quando sembra tutto finito. È la speranza che, nel bel mezzo del deserto, osa ancora dire: “Qui può nascere vita”.
Allora alza gli occhi. Guarda il cielo. E lascia che lo Spirito ti conduca dove nemmeno pensavi fosse possibile arrivare. #Santanotte
Alessandro Ginotta
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