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Meditazioni e preghiere
Frutti e azioni autentiche

Frutti e azioni autentiche

Quante volte ti è capitato di guardare un albero… senza riconoscerlo?
Magari era un po’ nascosto, magari non era un melo o un arancio, insomma… niente di familiare. Ma c’è un momento, uno solo, in cui ogni albero si rivela per quello che è: quando compaiono i frutti. Lì non ci sono più dubbi.

È da qui che parte il mio (in)solito commento a:
“Dai loro frutti li riconoscerete” (Matteo 7,15-20).

Hai mai notato quanto sia più facile distinguere un albero in autunno? Meli, peri, castagni, pruni, noci… tutti si raccontano attraverso i frutti che regalano. E così è per noi. Anche noi, a prima vista, possiamo sembrare tutti uguali. Ma è nel tempo che si vede chi siamo davvero.

Le parole si possono scegliere, gli atteggiamenti si possono mascherare… ma i frutti no. Quelli parlano.
Parlano di noi. Dicono chi siamo.

Chi ama, genera amore. Chi semina bene, raccoglie pace. Chi è guidato dalla verità, non può che lasciare dietro di sé tracce luminose. Ma chi vive nel rancore, chi si nutre di egoismi, prima o poi ne porterà il segno. Perché i frutti non mentono.

Puoi ingannare per un giorno, forse anche per un mese… ma la verità di ciò che sei, prima o poi, verrà a galla. E sarà evidente, non nei discorsi, ma nei gesti. Nelle scelte. Nei segni che lasci nel cuore degli altri.

Siamo proprio come alberi. Se affondiamo le radici nell’Amore di Dio, la linfa che scorre in noi è luce, è pace, è gioia. Ma se cresciamo in un terreno arido, lontano da Lui, rischiamo di diventare secchi, spinosi, inaspriti. E i nostri frutti? Immaturi, amari… o, peggio, velenosi.

Attenzione però: non siamo chiamati a diventare giudici. Non tocca a noi classificare gli altri per ciò che vediamo in superficie. Perché Dio può ribaltare ogni storia. Ti sembra impossibile? Allora guarda San Paolo: da persecutore a costruttore instancabile del Regno. Pensa a Zaccheo, al buon ladrone, alla samaritana… Tutti frutti acerbi, poi diventati dolcissimi.

Dio sa trapiantare le radici, anche le più rovinate, e farle fiorire nel Suo amore.

Mi viene in mente un giovane un po’ ribelle, che ha fatto un lungo giro prima di trovare la sua strada…
Si chiamava Agostino. E un giorno ha scritto queste parole:

“Tardi ti amai, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti amai. Tu eri dentro di me, e io fuori…
Mi chiamasti, e il tuo grido squarciò la mia sordità; brillasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti il tuo profumo, e io respirai e anelo verso di te; gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi dal desiderio della tua pace.”
(Sant’Agostino, Le Confessioni X, 26-27)

Vedi? Non siamo alberi immobili. Noi possiamo cambiare. Possiamo rinascere. Possiamo scegliere, ogni giorno, che frutti vogliamo portare. E anche se ieri sono stati amari, oggi possono essere dolci, maturi, carichi di bene.

Perché, come dice san Giovanni della Croce: “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”. E tu?
Ami? Allora preparati: i tuoi frutti saranno meravigliosi! #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Vite e tralci”, icona ortodossa

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