
Da Tolkien a Gesù?
Oggi ti sorprenderò… più del solito. Perché per parlare di Vangelo… ti porterò nella Terra di Mezzo.
Sì, hai capito bene. Il mio (in)solito commento al Vangelo di oggi, “Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo” (Gv 15,18-21), passa per le pagine del Signore degli Anelli (e non solo).
Pochi minuti fa mi trovavo nella splendida chiesa di Santa Teresa d’Avila, a Torino. Ho appena finito di presentare un libro nato da più penne, una riflessione collettiva sulle tracce di fede che si nascondono nei romanzi fantasy. Da Tolkien a Michael Ende, passando per J. K. Rowling (sì, proprio Harry Potter!).
So cosa stai pensando: “Fede? In quei libri?”. Hai ragione. La parola “Dio” non viene mai detta. Ma se impari a leggere tra le righe, se apri occhi e cuore… ti accorgerai che la fede è lì, viva, pulsante, che scorre come un fiume sotterraneo.
Ti ricordi quando Sam e Frodo, esausti e senza speranza, vedono brillare una stella nell’oscurità più profonda della Terra di Mezzo? Quella luce, flebile eppure fortissima, è una fiammella di Spes contra spem – “sperare contro ogni speranza”. Quella stella è la promessa che anche nelle notti più buie, una luce può ancora sorgere. È la stessa speranza che brillò sul Calvario, quando il buio sembrava aver vinto. E invece… ecco che esplose la luce della Risurrezione. “E quindi uscimmo a riveder le stelle”, sussurra Dante.
E anch’io, oggi, ho avuto una mia piccola “illuminazione”. Parlando de La Storia Infinita, uno degli autori ha detto:
“Il Nulla sta divorando Fantàsia perché gli esseri umani hanno smesso di sognare. Stretti in una gabbia di razionalismo e scientismo, vivono come se il mistero non esistesse. Come se i miracoli fossero favole per bambini.”
Quante volte lo dico anch’io: stiamo perdendo la capacità di stupirci. Di vedere oltre ciò che si tocca. Di sognare. È come se una metà di noi – quella più vera – si fosse addormentata. Come se l’anima avesse messo il silenzioso. Abbiamo messo da parte il trascendente per restare intrappolati nell’immanente.
Ma tu no. Tu sei qui. Stai leggendo queste parole. Perché in te arde ancora quella sete d’infinito. Quella fame di senso, di eternità. Ed è per questo che oggi ho bisogno di te. Ho bisogno di chi non si accontenta del mondo così com’è. Di chi cerca le cose “di lassù”. Ho bisogno di chi, come te, non dimentica che l’amore è più forte di tutto.
Ricordi le parole di Gesù? “Il mio regno non è di questo mondo.” (Gv 18,36)
Le sue logiche sono ribaltate: i poveri sono beati, gli ultimi diventano i primi, i nemici non si combattono… si amano. Tutto il contrario di ciò che il mondo ci insegna.
E lo so, non è facile. Non è facile vivere da cristiani in un mondo che sembra respingere la luce, che spesso premia l’inganno, la forza, il compromesso. Ma non sei solo. Gesù ha vissuto tutto questo prima di noi.
Respinto, disprezzato, tradito, condannato…
Eppure, proprio lì, nel punto più basso… è avvenuto il miracolo. Sulla Croce, il Creatore si è lasciato inchiodare dalle sue creature. E lì, proprio lì… ha fatto esplodere l’amore. Perché la Croce è il trono del Re, è il luogo dove il servo diventa amico: “Non vi chiamo più servi… vi ho chiamati amici.” (Gv 15,15)
E allora no, Dio non ha bisogno di cambiare occhiali. Siamo noi che dobbiamo cambiare punto di vista.
Quando cala il buio, quando tutto sembra perduto, ricorda quella stella nella Terra di Mezzo. È Gesù, che si fa luce proprio quando il cuore trema.
E ci tende la mano. Sempre. Anche adesso. Anche a te #Santanotte
Alessandro Ginotta

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