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Meditazioni e preghiere
Cuori palpitanti

Cuori palpitanti

Prova a chiudere gli occhi, per un momento, e ascolta. Senti i battiti di quel cuore? Sono forti, intensi, palpitanti di vita e d’amore. Pensa al momento in cui l’Angelo si presentò a Maria con un annuncio che avrebbe cambiato il corso della Storia. Un istante eterno. Che scosse i cieli… e il suo cuore. Come deve aver tremato quel cuore di giovane donna! Accelerava, impazziva di emozione, tra timore e stupore, tra cielo e terra. Una notizia così grande… come contenerla nel petto?

Ed ecco il mio decisamente in(solito) commento a quel versetto che custodisce un dolore profondamente umano: «Tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (Luca 2,41-51).
Parole che sanno di preoccupazione, d’amore. Parole di madre.

Per nove lunghi mesi quel cuore ha custodito il Verbo fatto carne. E, dentro di lei, un mare in tempesta e un’oasi di pace danzavano insieme. Ogni battito raccontava un miracolo. Ogni respiro era colmo di speranza e di timore. Ti sei mai chiesto che cosa abbia provato Maria? Quali emozioni, quali fremiti abbiano percorso il suo cuore di madre, di donna, di figlia?

Poi… la fuga. Il pericolo. L’Egitto. Il cuore che galoppa per proteggere il Figlio.
E quel giorno, nel Tempio… smarrimento. Paura. Angoscia. Maria non era una statua perfetta: era una mamma. Una mamma che cerca. Che teme. Che ama.

E a Cana? Là il cuore si è gonfiato. Ha brillato di fede, anticipando l’ora del Figlio. Ha creduto per tutti, ha sperato per noi. Ha detto semplicemente: “Fate quello che vi dirà”. E il miracolo è esploso.

Poi, più tardi… il buio. L’arresto. La croce. Il dolore.
Ai piedi del Calvario, il cuore di Maria non è solo spettatrice del dolore. Lo vive, lo assorbe, lo trasforma in preghiera muta. In un abbraccio che accoglie il mondo. In una forza che viene da Dio. Come ha fatto a non spezzarsi? Solo l’amore può sostenere una simile croce.

E dopo? Dopo è rimasta l’attesa. Il silenzio del sabato. Il sepolcro.
Ma anche lì, quel cuore continuava a battere. Perché sapeva. Perché sperava. E quando il Risorto apparve… oh, che gioia! Ogni battito diventava luce. Vita. Eterno.

Alla Pentecoste, il cuore di Maria ardeva come fuoco, vibrava all’unisono con lo Spirito. E nell’Ascensione, quel cuore volava con Lui, lasciando sulla terra il suo amore, la sua tenerezza.

Il Cuore di Maria… batte ancora oggi. Batte per Cristo, ma batte anche per te.
Sì, proprio per te che stai leggendo queste righe.

Batte ogni volta che il tuo cuore cerca. Ogni volta che soffre. Ogni volta che ama.
Batte di gioia quando ti rialzi. Batte di dolore quando ti perdi. Ma non smette mai. Non ti abbandona mai.

Maria è accanto a te. Ti ascolta. Ti guida. Ti consola.
Come ogni mamma, conosce i tuoi respiri, intuisce i tuoi silenzi. Ti accompagna anche quando ti sembra sola. Ti parla anche quando tace.

È lì, presente in ogni tua preghiera. Presente nella tua vita.
Non è forse lei, che ha attraversato mari e secoli per arrivare fino a noi? Parigi, 1830. Lourdes, 1858. Fatima, 1917. Ogni volta con un messaggio: “Tornate al Cuore di Dio”. Ogni apparizione è un ponte. Tra il cielo e la terra. Tra Dio e il tuo cuore.

E allora, oggi, anche noi possiamo rivolgerci a lei. Lei, la Donna rivestita di sole, con la luna sotto i piedi e una corona di dodici stelle sul capo (Apocalisse 12,1).
Possiamo chiederle luce per le nostre notti, coraggio per le nostre battaglie, grazia per i nostri passi incerti, fede per le nostre giornate stanche.

Perché quando ci sentiamo soli, fragili, confusi… il Cuore Immacolato di Maria è lì. È un faro che non si spegne. Una carezza che non dimentica. Una mano che non si ritrae.

Affidiamoci a lei. Come suggeriva san Bernardo: “Non si è mai udito che qualcuno, ricorrendo alla sua protezione, sia stato abbandonato”. E allora, con la fiducia dei figli, con la semplicità dei cuori che credono ancora nell’Amore, diciamo anche noi: A te ricorriamo, o Madre. Non disprezzare le nostre preghiere. Ascoltaci. E accompagnaci. #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “L’Immacolata Concezione della Vergine Maria”, di Cavalier d’Arpino, 1583, olio su tela, 226×127 cm, Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid, Spagna

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