Dobbiamo credere che è possibile uscire dal quotidiano, che lo si può cambiare, che si può vivere una vita nuova avendo il coraggio di lasciarci alle spalle quella vecchia
Il mio in(solito) commento a:
Comandami di venire verso di te sulle acque (Mt 14,22-36)
Il dubbio. La poca fede. Sono questi i limiti del cristiano. Se noi fossimo capaci di abbandonarci completamente a Gesù, di credere pienamente in Lui, davvero potremmo tutto! Ricordate la parabola del granello di senape? E’ il più piccolo dei semi, ma quando cresce sviluppa un albero forte e rigoglioso che a sua volta da sostegno e riparo agli uccelli del cielo. Così è la fede. Così è l’intervento di Gesù. Egli fa tutto, fa la differenza tra il pieno ed il vuoto, tra il fallimento e la riuscita. A noi spetta solo avere fede, fidarci della Parola di Gesù, della sua promessa di salvezza. Fidarci e lasciare fare a Lui. Perché è la volontà a farci trovare una soluzione, a permetterci di andare oltre le difficoltà. Qualche volta, oltre alla fede, occorre avere pazienza e saper aspettare i tempi senza mollare, andare sempre avanti.
San Pietro ha cominciato bene, con fede: “Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù” (v. 29). Tutto sembrava andare per il meglio: anche lui riusciva a camminare sulle acque, proprio come Gesù! Ma poi, nella mente di Pietro, si è insinuata la paura. Probabilmente è arrivata da sola. O, forse, è stato il demonio a seminarla nel cuore dell’apostolo.
Sì, perché come ci insegna Sant’Ignazio di Loyola negli Esercizi Spirituali: “è proprio dello spirito cattivo rimordere, rattristare, porre difficoltà e turbare con false ragioni, per impedire di andare avanti; invece è proprio dello spirito buono dare coraggio ed energie, consolazioni e lacrime, ispirazioni e serenità, diminuendo e rimovendo ogni difficoltà, per andare avanti nella via del bene”. E, quando nella nostra mente si fa strada lo spirito cattivo, anche i nostri migliori propositi ci trascineranno al fallimento.
Quando qualcosa non va, quando un nostro progetto sembra naufragare, può darsi che il maligno ci abbia “rubato la fede”, o la voglia di “andare avanti”, o forse, tutte e due. Ma, senza per forza dover coinvolgere il demonio, può darsi che la nostra fede fosse troppo debole già in partenza. In ogni caso non dobbiamo dimenticare che Lui, Gesù, è lì, ad un passo da noi, con la mano tesa pronta ad afferrare il nostro braccio per aiutarci a restare a galla. A non affondare. Nella nostra vita di tutti i giorni, come in questa parabola di Pietro.
Dio è con noi, sempre, comunque e ovunque. Egli perdona i nostri errori e ci salva dalle prepotenze del maligno. Così, se lo vorremo, anche noi potremo camminare sulle acque inquiete della nostra esistenza, anche noi potremo galleggiare sui flutti dei nostri problemi. Purché lo facciamo con fede. Purché non venga mai meno la fiducia in Dio e nel prossimo.
Ecco che il santo può vivere i miracoli grazie alla propria fede ed all’intervento divino. La fede è quella certezza interiore che ci dona una forza straordinaria, lo slancio che ci spinge a fare cose grandi, cose che sembrerebbero impossibili. Per ottenere questi risultati dobbiamo credere e superare i “non è possibile” e i “non funzionerà mai” perché si crede in Dio. Con Dio tutto è possibile!
Dobbiamo credere che è possibile uscire dal quotidiano, che lo si può cambiare, che si può vivere una vita nuova avendo il coraggio di lasciarci alle spalle quella vecchia.
No, non permettiamo al maligno (od alla paura) di trascinarci sott’acqua, ma affidiamoci alle braccia forti ed amorevoli di Gesù, Colui che ci sostiene, perdona e protegge. Quel Dio che mai permetterebbe neppure ad una sola delle sue pecorelle di smarrirsi.
#Santanotte amici! con l’aiuto di Dio – e la nostra fede – possiamo spostare anche le montagne! (cfr. Mc 11,22-24). Dio vi e ci benedica amici cari (ed abbiate coraggio!).
Alessandro Ginotta
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