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Meditazioni e preghiere
Accendi la luce?

Accendi la luce?

Sì, anche tu. Anche se non ti senti all’altezza. Anche se pensi di non avere nulla di speciale. Dentro di te arde una fiammella. È la luce dell’anima. E il mondo ne ha un disperato bisogno. Il mondo ha bisogno di te!

Il mio in(solito) commento a:
Voi siete la luce del mondo (Matteo 5,13-16)

Con la tua vita fatta di giornate piene, a volte belle, a volte faticose. Con i tuoi pensieri, i tuoi silenzi, le tue speranze… e magari anche qualche ferita. Proprio a te, oggi, Gesù dice: “Tu sei la luce del mondo”. Sì, proprio tu. Probabilmente la tua prima reazione sarà: “Ma io? Davvero?”. Io che inciampo, che mi perdo, che a volte faccio fatica anche solo ad alzarmi dal letto col sorriso? Sì. Esattamente tu. Perché Dio non sceglie i perfetti, ma chi ha il cuore aperto. E se ti lasci raggiungere da questa Parola, sentirai accendersi dentro qualcosa.

La luce, nella Bibbia, è molto più di una semplice metafora. È il primo dono di Dio: “Sia la luce! E la luce fu” (Genesi 1,3). Ed è anche l’ultimo: nell’Apocalisse, scopriamo che, alla fine dei tempi, Dio stesso sarà luce per noi. Una luce eterna, che non conosce tramonto. (Apocalisse 22,5)

E nel frattempo? Nel frattempo ci siamo noi. Piccole luci disseminate nel mondo, chiamate a rischiarare ogni angolo di buio.

Mosè, quando parlò con Dio, tornò tra il suo popolo con il volto raggiante (Esodo 34,29). Non perché volesse impressionare qualcuno. Ma perché era stato vicino alla luce, e quella luce lo aveva trasformato.
Succede anche a noi. Ogni volta che preghiamo, che ascoltiamo il Vangelo, che scegliamo l’amore al posto del rancore, la luce di Dio ci attraversa. E senza accorgercene, iniziamo a brillare.

Vedi, Gesù non ci chiede di diventare fari da stadio. Ci chiede solo di non spegnere quella luce. Anzi, di proteggerla. Di nutrirla. Di lasciarla passare attraverso le nostre scelte, i nostri sguardi, le nostre parole. Di diventare una presenza luminosa. Che consola, che ispira, che accompagna.

Perché? Perché là fuori, ci sono persone che camminano nel buio. Intrappolate nell’egoismo, nel rumore, nella corsa al “tutto e subito”, che promette tanto e lascia il vuoto. E noi? Noi siamo chiamati a mostrare che esiste un’altra strada. Che si può ridere senza ferire. Che si può essere felici senza sballarsi. Che si può vivere davvero… con Gesù nel cuore.

E guarda che non è un optional. È una responsabilità. Non rispondere a questa chiamata, non lasciare brillare la tua luce, è un peccato. Forse perfino più grave di quelli che condanniamo negli altri. Perché noi la conosciamo, questa luce. L’abbiamo vista. L’abbiamo accolta. E ora… tocca a noi.

Ci viene chiesto solo una cosa: brillare.
Anche quando è difficile. Anche quando non siamo capiti. Anche quando ci sentiamo soli.

Brillare.
Non sotto il moggio, nascosti dalla timidezza, dalla paura, dall’indifferenza.
Ma sul candelabro, là dove la nostra luce può scaldare, guidare, accogliere.

Allora ti chiedo: vuoi brillare con me?
Vuoi diventare, anche tu, una luce che non si spegne?

Perché guarda… c’è un mondo che ha bisogno proprio di te.
Proprio della luce che Dio ha messo nel tuo cuore.

#Santanotte
#SiiLuce

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Il Sacro Cuore di Gesù”, di Carl Dietrich, 1842, olio su tela, 84 x 68.7 cm, Collezione privata

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