
Vieni, questa festa è per te!
Attenzione: questo non è – no, non è – il racconto di un banchetto di nozze come tanti! A un primo sguardo può sembrare una pagina dura, perfino graffiante… e invece custodisce la più dolce delle storie d’amore: quella di un Dio che non smette mai di innamorarsi di noi. Sì, proprio di noi, con le nostre fragilità, le nostre incoerenze, i nostri rifiuti.
Il mio in(solito) commento a:
«Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze» (Matteo 22,1-14)
Prova a immaginare la scena: un re ha preparato con cura il banchetto più sfarzoso per le nozze di suo figlio. Ha speso energie, tempo, amore. Eppure, uno dopo l’altro, gli invitati rifiutano. Le sedie restano vuote, i tavoli imbanditi nel silenzio. Il cuore del re si spezza. Allora prende una decisione inattesa: manda i suoi servi lungo le strade, perfino nei vicoli più bui, ai crocicchi dimenticati, a chiamare chiunque trovino. Tutti. Nessuno escluso.
A una lettura superficiale sembra un racconto di rabbia e di vendetta. Ma se ci fermiamo qui, perdiamo il tesoro nascosto. Vuoi scendere con me più a fondo? Prendiamo insieme l’ascensore della Parola.
Piano -1: il banchetto.
Se sei genitore lo sai bene: preparare le nozze di un figlio è un atto d’amore. Vuoi che sia un giorno perfetto, indimenticabile. E se nessuno si presentasse? Dolore e delusione, vero? Così Dio si sente quando noi snobbiamo il suo invito.
Piano -2: i crocicchi delle strade.
I servi corrono verso i confini del regno. Oggi potremmo dire: verso le periferie del mondo e del cuore. Dove vivono gli ultimi, i dimenticati, i disperati. Ma forse anche tu ti sei trovato lì, almeno una volta, con la sensazione di essere “fuori posto”. Ecco, proprio lì Dio viene a cercarti. Proprio lì sussurra: “Tu sei invitato. Tu sei atteso. Tu sei amato”.
Piano -3: il re è Dio.
Non un tiranno crudele, ma un Padre che non si stanca mai di correre dietro ai suoi figli. Dio è il Pastore che lascia le novantanove pecore pur di ritrovare quella smarrita. È Colui che non vuole perdere nessuno. Nessuno. E sogna di vedere l’intera umanità seduta al suo tavolo: santi e peccatori, buoni e cattivi, feriti e guariti.
Piano -4: il Figlio.
Quel Figlio è Gesù. Il Pane spezzato per noi. Il Dio che ha rinunciato alla sua gloria per farsi uomo, che ha rinunciato alla sua vita per farsi nutrimento. Ogni volta che rifiutiamo l’Eucaristia, è come lasciare una sedia vuota al suo banchetto d’amore. Eppure Lui non smette di preparare la tavola, ogni giorno.
Piano -5: l’amore.
Ecco il cuore di tutto: un amore che non si ferma davanti al peccato, che non si arrende di fronte alle nostre cadute. Dio non ci ama “perché” siamo bravi: ci ama e basta. Ci ama quando siamo luminosi e quando siamo fragili. Ci ama quando voliamo alto e quando ci trasciniamo nella polvere. Ci ama perfino quando lo rifiutiamo. E ci aspetta, sempre, con la tavola imbandita.
E ora torniamo insieme al piano terra: quello della nostra vita quotidiana. Lì dove ci muoviamo tra lavoro, preoccupazioni, relazioni e fragilità. È lì che possiamo scegliere: accogliere o ignorare l’invito.
Io credo che dire “sì” cambi tutto. Perché non si tratta di un banchetto qualsiasi, ma del segno più tangibile di un Dio che ci ama alla follia. E che continua, ostinatamente, a ripeterci: “Vieni. Questa festa è per te”.
#Santanotte
Alessandro Ginotta

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