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Meditazioni e preghiere
Un amore esagerato e disarmante

Un amore esagerato e disarmante

Una pagina di Vangelo tra le più forti, ci insegna che, anche nelle nostre fragilità, possiamo amare davvero. Un amore folle, esagerato e disarmante, come quello che Dio prova per noi

Il mio (in)solito commento a:
“Amate i vostri nemici” (Matteo 5,43-48)

Diciamolo chiaro: “Ama il tuo nemico” è uno di quei comandi che ci mette spalle al muro. Non si può girare intorno. Gesù non ci lascia scappatoie. Ci guarda negli occhi e ci chiede una cosa che, a prima vista, sembra impossibile. E io – te lo confesso – ogni volta che ascolto queste parole mi viene da abbassare lo sguardo. Perché so quanto faccio fatica.

Eppure, se voglio davvero assomigliare a Dio, se voglio davvero avvicinarmi a Lui, non posso tirarmi indietro. Perché Dio non è un giudice che punta il dito, è un Padre che apre le braccia. Sempre. A chi lo ama… e anche a chi gli volta le spalle.

Lo sai cosa fa Dio? Ama. Ama tutti. Ama sempre. Anche chi lo ferisce. Anche chi lo tradisce. Anche chi gli ha ucciso il Figlio. Lo ama. E aspetta. Attende con pazienza che quel figlio torni. E quando lo vede arrivare da lontano… corre. Lo abbraccia, lo riveste, gli rimette l’anello al dito, i calzari ai piedi e… fa festa. Perché – lo dice Gesù – “ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si converte, che per novantanove giusti” (Luca 15,7).

Questo è il cuore di Dio. Un cuore immenso. Un cuore di Padre che non si stanca mai di amare. Un cuore che va oltre le nostre logiche di giustizia, per aprirci all’oceano senza confini della misericordia.

E in questo cuore c’è spazio per tutto e per tutti. Anche per chi ha sbagliato. Anche per te. Anche per me. Perché non c’è peccato che Dio non possa perdonare. Nemmeno quello più terribile. La sua logica è disarmante: dal male, Lui sa tirare fuori il bene. E questa stessa logica… la chiede anche a noi.

Sì, proprio a noi. Ci chiede di amare anche chi ci ha feriti. Di perdonare anche chi ci ha fatto del male. Ma attenzione: non si tratta di rassegnazione. Gesù non ci chiede di subire in silenzio. Ci invita a un gesto forte, attivo, rivoluzionario. A un amore che fa pensare, che smuove le coscienze, che porta chi ha sbagliato a interrogarsi. A cambiare.

Ci invita a “vincere il male con il bene” (Romani 12,21). A fare quel passo in più. A camminare con chi ci ha fatto inciampare. A rispondere con la luce a chi ci ha ferito nell’ombra. Perché, forse, proprio quel gesto inatteso sarà la scintilla che accenderà un cammino di conversione.

“Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”… sono parole che ci sembrano troppo alte, quasi disumane. Eppure, Gesù le pronuncia con semplicità. Con verità. Perché è così che si ama davvero. È così che si compie il comandamento: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”… anche se il tuo prossimo, in quel momento, è un nemico.

Allora sì, anche se è difficile… possiamo provarci. Non da soli. Ma con la forza della preghiera. Con la grazia che ci sostiene quando ci sentiamo deboli. Perché, come dice San Paolo:
“Ti basta la mia grazia; la mia potenza si manifesta pienamente nella debolezza” (2Corinzi 12,9).

E allora, anche nelle nostre fragilità, possiamo amare davvero. E che questo amore folle, esagerato, disarmante… ci renda un po’ più simili a Lui #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “L’Uomo dei dolori tra le braccia della Vergine”, di Hans Memling, 1475, olio e foglia d’oro su pannello di legno, 27,4 x 19,9 cm, National Gallery of Victoria, Melbourne

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