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Quando il buio grida… e Dio si ferma

Quando il buio grida… e Dio si ferma

Hai mai avuto l’impressione di essere ai margini della vita, come se il mondo ti scorresse accanto senza accorgersi di te? È la sensazione del cieco di Gerico. Seduto lì, sul ciglio della strada, mentre tutti passano oltre. Nessuno lo vede davvero. Nessuno si ferma. Nessuno gli chiede come sta. Eppure, proprio da quel margine, esplode la sua voce. Una voce che rompe il silenzio, che scompiglia le convenzioni: «Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!».

Adesso fermati un istante. Immagina di essere tu, lì. Immagina che il rumore della folla ti confonda, che gli altri ti zittiscano. Immagina le tue ferite, le tue paure, i tuoi giorni bui che ti schiacciano come un peso sul petto. E poi immagina il coraggio di gridare comunque. Sì, comunque.

Perché la fede vera nasce proprio lì: nel “comunque”.

Il mio in(solito) commento a:
Che cosa vuoi che io faccia per te? Signore, che io veda di nuovo! (Luca 18,35-43)

Il cieco di Gerico non vede Gesù, ma lo riconosce. Non Lo tocca, ma Lo raggiunge. Non sa dove sia, ma sa Chi è. E tu? Quante volte anche tu ti senti al buio, eppure dentro di te sai che basta una voce per squarciare quella notte?

Il Vangelo ci prende per mano e ci accompagna al centro della scena. Gesù si ferma — sì, si ferma per te — e comanda che il cieco gli venga portato vicino. Non manda un gesto da lontano, non lancia una benedizione generica sulla folla. No. Si avvicina. Si mette a un palmo dal suo volto. E gli parla:
«Che cosa vuoi che io faccia per te?»

Questa è la domanda che cambia tutto. È la domanda che Dio fa a te ogni giorno. È la domanda che spalanca miracoli.

Il cieco risponde senza esitazioni: «Signore, che io veda di nuovo». E tu? Hai il coraggio di dire cosa desidera davvero il tuo cuore? Hai il coraggio di chiedere la luce sulle tue oscurità, sulla tua stanchezza, sulle tue ferite che non cicatrizzano?

Gesù lo guarda e gli dice la frase che risuona come una scintilla sulla tua vita: «La tua fede ti ha salvato».

Non dice “il mio potere”. Non dice “la mia volontà”. Dice la tua fede.

E allora capisci che il miracolo non è mai a senso unico: è un incontro. È la tua povertà che si unisce alla Sua misericordia. È la tua sete che si intreccia alla Sua acqua viva. È il tuo “credo” detto con voce tremante che incontra il Suo “lo voglio”.

Ogni passo verso Gesù — anche quello più incerto — ha il potere di aprire gli occhi. Ogni grido — anche il più disperato — è ascoltato. Ogni fede — anche piccola come un seme — può spostare montagne. E sì… può anche ridarti la vista.

Allora provaci: gridalo anche tu, oggi. Non temere di disturbare, non temere di chiedere, non temere di credere. La fede non è per i perfetti, è per chi si sente cieco e vuole vedere. È per chi inciampa ma riprova. È per chi non molla, mai.

Dì anche tu: «Signore, che io veda di nuovo». Vedrai che accadrà qualcosa. Perché a chi osa credere, Dio presta la Sua onnipotenza. E quando si apre uno spiraglio di luce… il miracolo è già iniziato #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Gesù guarisce il cieco di Gerico”, icona ortodossa, 1686, foglia oro e tempera su tavola, 86×65 cm, Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Postbizantini, Venezia

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