
Prestagli la tua voce!
Ci hai mai pensato? Dio ha bisogno di persone come te. Sì, proprio di te. Di chi ha il coraggio di salire sui tetti per gridare la bellezza del Vangelo, di chi non si vergogna di dire: “Io credo”, anche quando sembra fuori moda.
Il mio in(solito) commento a:
Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme (Luca 13,31-35)
Essere profeta non è roba da supereroi, è una chiamata che brucia dentro. È quel fuoco che senti nel cuore quando qualcosa ti dice: “Devi parlare, devi agire, non puoi restare fermo”. È la voce di Dio che ti spinge, che ti sussurra parole di amore e di verità anche quando tutto intorno tace.
Guarda Gesù. I farisei gli dicono: “Scappa, Erode vuole ucciderti!”. Ma Lui no, non scappa. Resta. Cammina verso Gerusalemme, verso la Croce, verso l’Amore più grande. Non si ferma davanti alla minaccia, perché sa che la missione vale più della paura. Ecco la forza del profeta: quella di chi non arretra, anche quando tutto sembra perduto.
Essere profeta, oggi, è più difficile che mai. Perché siamo in un mondo pieno di parole, ma povero di ascolto. Tutti parlano, pochi ascoltano. Tutti giudicano, pochi capiscono. Eppure è proprio adesso che Dio ha bisogno di testimoni veri. Gente che non si limita a dire “Signore, Signore”, ma che si rimbocca le maniche, che porta speranza a chi non ne ha più, che tende la mano a chi è rimasto indietro.
Dio ha bisogno della tua voce, sì, ma anche delle tue mani, dei tuoi occhi, del tuo sorriso. Perché il Vangelo non si predica solo con le parole, si racconta con la vita. Ogni volta che scegli di amare invece di odiare, di perdonare invece di vendicarti, di rialzarti invece di arrenderti, stai facendo profezia. Stai mostrando al mondo un pezzetto di Dio.
E non serve essere perfetti. Anzi, spesso Dio sceglie proprio chi si sente inadeguato, fragile, piccolo. Perché è nel piccolo che Lui fa grandi cose.
San Paolo lo dice chiaro: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Quando lasci che Dio viva in te, succede qualcosa di straordinario. Ti accorgi che le tue parole iniziano a toccare i cuori, che i tuoi gesti diventano semi di luce, che il tuo sguardo riesce a far sentire accolto chi nessuno vede.
Allora sì, lascia che lo Spirito scorra dentro di te, come scorreva nelle vene di Gesù. Lascia che ti spinga, che ti guidi, che ti accenda. Non avere paura di prestargli la tua voce, le tue mani, la tua vita.
Perché sì, anche tu puoi essere profeta. Un profeta della speranza. Un profeta dell’amore. Un profeta di Dio. Che aspetti? #Santanotte
Alessandro Ginotta

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