
Non per DNA, ma per scelta!
Immagina la scena: tra la folla che stringe Gesù, qualcuno gli sussurra che sua madre e i suoi fratelli sono fuori e vogliono parlargli. Forse ti aspetti che Lui si alzi, che li faccia passare subito. E invece no. Gesù spiazza tutti e risponde con parole che ribaltano le nostre certezze
Il mio (in)solito commento a:
“Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (Luca 8,19-21).
Ma allora, ti chiederai: chi erano davvero questi “fratelli” di Gesù? Qui si aprono tre possibili strade.
La via “tranquilla”
Secondo molti studiosi, il termine “fratello” nella lingua ebraica era molto più ampio del nostro: indicava anche cugini e parenti stretti. Ecco perché Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda, menzionati nei Vangeli, non sarebbero fratelli carnali di Gesù, ma piuttosto cugini. Alcuni testi successivi lo confermano, parlando di Giuda Taddeo come figlio di Alfeo, fratello di San Giuseppe. Una soluzione che mette tutti d’accordo: la verginità di Maria rimane intatta e l’immagine di Giuseppe non viene complicata da altre storie.
La via “piccante”
Se invece vuoi andare oltre e sbirciare negli scritti apocrifi, ecco che la questione si colora di sfumature inaspettate. Nel Protovangelo di Giacomo o nella Storia di Giuseppe il falegname (testo copto), Giuseppe viene descritto come un vedovo con figli avuti da un precedente matrimonio: quattro maschi e due femmine. In questa prospettiva, i “fratelli” non sarebbero cugini, ma veri fratellastri di Gesù.
La via “vera”
Ed eccoci alla terza possibilità, la più disarmante: in fondo, non conta davvero chi fossero. Perché i veri fratelli e sorelle di Gesù siamo io e te. Non per DNA, ma per scelta. Non per sangue, ma per fede vissuta. È questa la rivelazione che Gesù consegna a chi lo ascolta: sei mia madre, sei mio fratello, sei mia sorella se vivi la Parola.
E non temere: Gesù non ti chiede di rinunciare per toglierti qualcosa, ma per donarti molto di più. Così come fece con Abramo, quando gli chiese Isacco non per strapparglielo, ma per aprirgli un futuro di stelle infinite (Genesi 22,1-18). Gesù ti chiama a lasciare le tue piccole sicurezze per spalancarti un orizzonte immenso.
Allora ascolta bene: non si tratta di curiosità storica, ma di scelta personale. Gesù ti scuote e ti dice: “Forza, seguimi! Non hai nulla da perdere, hai tutto da guadagnare. Esci dall’apatia, smetti di stare a guardare. C’è un mondo che ti aspetta, un mondo che ha bisogno delle tue mani, del tuo cuore, della tua voce”.
Ed è qui che tutto si illumina: essere fratelli di Gesù significa imparare la compassione. Come il buon samaritano, che non si è chiesto chi fosse l’uomo ferito, ma semplicemente ha avuto cura di lui. Alla fine Gesù ci consegna un’unica risposta: “Va’, e anche tu fa’ lo stesso”.
Allora sì, ora lo sai: sei parte della sua famiglia. Non perché hai il suo stesso sangue, ma perché hai accolto la sua Parola e hai deciso di viverla.
E tu, sei pronto a rispondere “eccomi”? #Santanotte
Alessandro Ginotta

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