
L’ora più buia è quella che precede l’alba
Quando sembra finita… è lì che tutto comincia.
Quante volte ti è capitato di pensare: “È finita. Non c’è più niente da fare”? Quante volte il dolore ti ha stretto il cuore fino a lasciarti senza fiato? Eppure… proprio in quei momenti, proprio lì, nel punto più basso, accade qualcosa di incredibile. Perché è quando la notte è più buia che l’alba comincia a farsi strada. Perché l’ora più buia è quella che precede l’alba e tutto può cambiare!
Il mio in(solito) commento a:
“Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia”
(Giovanni 16,16-20)
Sai cosa significa “Vangelo”? Deriva dal greco euanghélion, che vuol dire buona notizia. Già, buona. Una notizia capace di strapparti un sorriso anche quando gli occhi sono pieni di lacrime. Una parola che accende speranza, che sussurra al tuo cuore: “Non è finita. Non con Me”.
Papa Francesco, nell’Evangelii Gaudium, ce lo ricordava con forza: chi incontra davvero Gesù viene liberato dalla tristezza. Quella sottile malinconia che ti si incolla addosso e ti convince che non cambierà nulla. Invece cambia tutto. Perché Lui ti libera. Dal vuoto, dall’isolamento, dalla stanchezza che spegne ogni sogno. E ti restituisce gioia. La vera gioia. Quella che scoppia nel cuore anche quando fuori è tempesta.
Ma c’è un rischio, sempre dietro l’angolo: quello di lasciarci ingannare da una tristezza che non viene da Dio. Lo diceva San Francesco di Sales: il maligno ama la tristezza perché è la sua condizione eterna. E allora prova a regalartela, a farla sembrare normale. Ma non lo è. È un inganno.
Anche Sant’Ignazio di Loyola l’aveva capito: lo spirito cattivo turba, confonde, mette ostacoli. Lo Spirito buono, invece, consola, incoraggia, illumina. E tu, lo senti nel cuore da quale parte viene ciò che stai provando?
Il Vangelo è vita. È luce. È rinascita. Ma perché tutto questo possa accadere davvero… serve un passo. Il tuo. Serve la tua fiducia. La tua fede. La tua speranza. Perché senza speranza Dio non può operare in te. È come se gli chiudessimo la porta in faccia. Non perché Lui non voglia entrare… ma perché siamo noi a tenerla chiusa. Con la tristezza. Con la sfiducia. Con la resa.
Pensa alla Croce. Il giorno in cui tutto sembrava perduto. Buio. Terremoti. Urla. Fuga. E poi… poi il silenzio. Ma subito dopo, come una scintilla che accende un fuoco, la gioia della Risurrezione. No, Dio non era morto. Era risorto. E anche tu puoi risorgere. Ogni giorno. In ogni istante. Basta che tu scelga la luce. Che tu scelga di credere.
Guarda Zaccheo. Guarda Paolo. Guarda il buon ladrone. Avevano toccato il fondo… ma hanno scelto la vita. La gioia. La luce. E tutto è cambiato. Anche per te può essere così. Anche per te può iniziare un nuovo cammino.
Dio non vuole sacrifici sterili. Vuole cuore. Vuole misericordia. Vuole te, proprio così come sei. Con le tue ferite. Con i tuoi dubbi. Con i tuoi sogni. E ti ripete: “Rallegrati!”. Lo dice a Maria. Lo dice a Elisabetta. Lo dice a Giovanni, a tutti i discepoli. Lo dice anche a te. “Rallegrati, perché Io sono con te”.
E allora lasciati raggiungere. Anche se sei ferito. Anche se sei stanco. Anche se ti senti lontano. Questo è il momento. Ora. Non domani. Ora è il tempo per dire: “Gesù, eccomi. Sono qui. Ho bisogno di Te. Non voglio più scappare. Prendimi per mano. Riportami alla vita”.
E Lui ti abbraccerà. Perché stava già aspettando quel tuo piccolo passo. Da sempre #Santanotte
Alessandro Ginotta

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