
Il talento che può cambiare il mondo (a partire dal tuo)
Ogni talento sprecato è un mondo che non nasce. Ogni dono ignorato è un pezzo di luce che non illumina nessuno. Non possiamo permettercelo.
Non adesso. Non più.
Il mio (in)solito commento a:
Perché non hai consegnato il mio denaro a una banca? (Luca 19,11-28)
Quanto vale davvero un talento? Lascia perdere l’argento, l’oro, i calcoli da ragionieri del sacro. Io e te lo sappiamo: il talento più prezioso è quello nascosto nel cuore, quello che ti rende unico, irripetibile, insostituibile. Eppure, al tempo di Gesù il “talento” era una vera unità di misura… e tieniti forte: valeva una cifra capace di far tremare i polsi! Un talento d’argento oggi supererebbe i 22 mila euro. Immagina l’effetto che poteva fare su chi viveva alla giornata, tra fatiche e raccolti.
Ora, fai un passo dentro il Vangelo. Entra nella parabola. Gesù non ti parla di soldi: ti parla di te. Di me. Di noi. Di quel seme di luce che Dio ha messo dentro ognuno. E allora mi chiedo: quanto vale la tua capacità di amare? Il tuo sorriso? Il tuo modo unico di accogliere, di ascoltare, di rialzarti? La risposta è semplice: vale tutto. Vale la vita di Dio.
A volte guardo mia figlia e mi dico: non scambierei un suo sorriso per tutto l’oro del mondo. E tu? Quale tesoro custodisci così, con le mani che tremano solo a pensarci? Lo stesso fa Dio con te. Con me. Con ciascuno. Ci ama come se fossimo la sua unica creatura, quella per cui muoverebbe l’universo intero pur di ritrovarci — come fa con la pecora smarrita, come fa con la moneta perduta.
E infatti… lo ha fatto. Ha lasciato il paradiso per raggiungerci nel fango. Si è fatto Bambino nella povertà.
Ha camminato nella polvere, ha conosciuto la fame, il tradimento, la violenza. Ha abbracciato una croce ingiusta e crudele.
Sai come si chiama tutto questo? Prezzo di riscatto. Ma non lo ha pagato in monete: lo ha pagato con sé stesso. Per te. Per me. Per la nostra gioia. E allora perché, dimmi, perché continuiamo a nascondere i talenti che ci ha donato? Perché li lasciamo chiusi in cantina, seppelliti sotto la sabbia di scuse perfette: “non è il momento”, “non sono capace”, “ci penserò domani”? Ogni talento sprecato è un mondo che non nasce. Ogni dono ignorato è un pezzo di luce che non illumina nessuno. Non possiamo permettercelo.
Non adesso. Non più.
I doni che hai dentro — sì, proprio quelli che magari ritieni piccoli, insignificanti — non sono solo per te. Sono per tutti: per chi vive accanto a te, per chi ti guarda senza farsi notare, per chi ha bisogno di quella scintilla che solo tu puoi donare.
E allora muoviti! Esci allo scoperto! Non restare fermo come il servo che seppellisce il talento per paura.
Non sarebbe giusto verso gli altri… e non sarebbe giusto verso Gesù, che ha messo la sua vita nelle tue mani.
Abbiamo un dovere: far fruttare ciò che siamo. Cambiare un pezzetto di mondo. Scegliere la giustizia quando costa. Scegliere la solidarietà quando è scomoda. Scegliere l’amore quando sembra inutile #Santanotte
Alessandro Ginotta

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