• La Buona Parola - il blog di Alessandro Ginotta
  • alessandro.ginotta@labuonaparola.it
Il cammello, l’ago e il segreto della vera ricchezza

Il cammello, l’ago e il segreto della vera ricchezza

Leggendo queste righe non ho potuto fare a meno di pensare a una poesia immortale di Totò: ’A livella. Con la sua ironia pungente, il principe della risata ci ricordava una verità tanto semplice quanto inevitabile: davanti alla morte siamo tutti uguali. E allora, perché ci affanniamo così tanto dietro a ciò che un giorno non potremo portare con noi?

Il mio (in)solito commento a:
“È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” (Matteo 19,23-30)

Noi esseri umani siamo davvero strani. Gesù ci parla con immagini chiarissime, eppure sembriamo testardi, come se non volessimo capire. Poco prima aveva detto al giovane ricco: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi” (Mt 19,21). Subito dopo, quasi a sottolineare il concetto, aggiunge ai discepoli quella frase che taglia come una lama: “È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli” (Mt 19,24).

Chiaro, no? E invece ecco che Pietro, con la sua disarmante spontaneità, domanda: “Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?” (v. 27). Diciamolo: ci aspetteremmo un fulmine dal cielo. E invece niente fulmini. Perché Gesù conosce bene i suoi amici, con le loro paure, i loro limiti e la loro ingenuità. Pietro ragiona ancora come un pescatore: “Lascio la barca, lascio il pesce… ma cosa ci guadagno?”. Non è ancora pronto, ma lo sarà.

San Paolo lo spiega bene: “Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato” (1 Cor 13,11). Così è anche per Pietro: sta crescendo, passo dopo passo.

E Gesù non lo rimprovera, anzi, lo rassicura con due promesse immense. La prima: “Chiunque avrà lasciato case, fratelli, sorelle, padre, madre, figli o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto” (v. 29). La seconda, per lui e per gli apostoli: “Siederete su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele” (v. 28). Un anticipo di quella parola che Gesù gli aveva già detto: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18).

E allora, amico mio, sorella mia, ascolta bene: seguire Gesù non è mai una perdita. Non perdi nulla, anzi, ricevi cento volte tanto. Lo dice il Salmo: “Getta in Dio la tua preoccupazione ed egli ti nutrirà” (Sal 55). E Gesù stesso ci ricorda: “Guardate gli uccelli del cielo… non seminano, non mietono, eppure il Padre vostro li nutre. Non contate voi più di loro?” (Mt 6,26).

Ecco la verità: se metti Dio al primo posto, non sarai mai abbandonato. Non ti mancherà nulla, perché Lui provvede sempre.

Poi, certo, arriverà la “livella” della morte, e lì il denaro, la carriera, la casa grande… tutto perderà valore. “Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne” (2 Cor 4,18). Un cuore colmo di ricchezze terrene è spesso povero di Dio. Ma se lasci entrare Dio, il cuore si riempie d’amore, e quell’amore diventa condivisione.

E allora sì che vedrai l’impossibile accadere: un cammello passare per la cruna di un ago!

Non si tratta di rinunciare al denaro, ma di imparare a usarlo bene, per farne strumento di bene. Solo così diventa un seme che germoglia in cielo #Santanotte

Alessandro Ginotta

L’immagine di oggi è: “La parabola della cruna e del cammello”, icona ortodossa

Sostieni labuonaparola.it

 Se ti piace questo blog sostienilo.
La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità:

Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!


Scopri di più da La buona Parola

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Scopri di più da La buona Parola

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere