• La Buona Parola - il blog di Alessandro Ginotta
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Hai mai vestito i panni del buon samaritano?

Hai mai vestito i panni del buon samaritano?

Preparati a stupirti.
Perché oggi ci troviamo su una strada che ha visto miracoli, battaglie, cadute e rinascite: la strada che scende da Gerusalemme a Gerico. Una strada vera, fatta di curve e di polvere, ma anche di simboli e di scelte. Qui, dove Dio ha mostrato a Mosè la Terra Promessa, dove crollarono le mura di Gerico e dove Gesù ridiede la vista ai ciechi, oggi accade qualcosa di ancora più sconvolgente: nasce una nuova idea di amore.

Il mio (in)solito commento a:
Chi è il mio prossimo? (Luca 10,25-37)

Immagina la scena.
Un uomo giace a terra, derubato, pestato, abbandonato. Forse respira appena. Il sole brucia la pelle, il sangue si mescola alla polvere. Tu sei lì, a pochi passi da lui. Cosa fai? Ti fermi o tiri dritto?

Passa un sacerdote. Lo vedi: è elegante, il passo è sicuro. Ma abbassa lo sguardo e si sposta sull’altro lato della strada. Passa un levita: anche lui lo nota, ma finge di non vedere. Poi arriva un samaritano. Uno straniero. Uno che, secondo la logica del tempo, sarebbe dovuto voltarsi dall’altra parte. E invece no. Si ferma. Si china. Versa olio e vino sulle ferite. Si sporca le mani. Solleva quel corpo e lo porta con sé, come fosse un fratello.

Ecco, il miracolo è tutto qui.
Non nei gesti clamorosi, ma in quell’amore che si fa concreto. In quell’istante in cui la compassione vince la paura, in cui il cuore prevale sul giudizio. È l’amore che non chiede nulla in cambio, quello che non misura, che non ragiona. È l’amore che si dona e basta.

Gesù lo sapeva bene: la vera distanza tra gli uomini non è fatta di chilometri, ma di indifferenza.
Il sacerdote e il levita erano vicinissimi… eppure lontani anni luce dal cuore di Dio. Il samaritano, invece, veniva da un altro mondo, ma in quell’abbraccio improvvisato diventò il più vicino di tutti. Perché quando ami davvero, non esistono confini.

“Chi è il mio prossimo?”, chiedi.
Il tuo prossimo è chiunque incontri sulla tua strada. È quello che non ti aspettavi, quello che magari ti è scomodo, quello che ti mette alla prova. È il povero che ti tende la mano, ma anche il collega che ti irrita, il familiare difficile, l’amico che si è perso. Il tuo prossimo è ogni volto che ti chiede amore, anche in silenzio.

E allora sì, l’amore è davvero l’unica “moneta” che ci aprirà le porte del Paradiso. Non quella che accumuliamo, ma quella che spendiamo per gli altri. Non quella che suona nei portafogli, ma quella che batte nel cuore.

Ricordalo: Dio non ci ama perché siamo perfetti. Ci ama perché siamo suoi. E ci chiede solo una cosa: di fare lo stesso con chi incontriamo sul nostro cammino.

Perché ogni volta che ti fermi, che ti chini, che scegli di amare… lì, su quella strada polverosa verso Gerico, Dio torna a passare. #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Il Buon samaritano”, di Erasmus von Engert, 36 x 46 cm. “Österreichische Galerie Belvedere”, Vienna

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