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Meditazioni e preghiere
Fermati e lasciati amare

Fermati e lasciati amare

A volte dobbiamo solo fermarci. Mettere in pausa tutto. Spegnere il rumore, scendere dal vortice impazzito che chiamiamo “vita quotidiana”. E, semplicemente, ascoltare. Non fuori. Dentro. Sì, perché Dio parla. Sempre. Ma lo fa nel silenzio. E se io e te non ci fermiamo mai… come potremo udirlo?

Il mio in(solito) commento a:
«Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena» (Gv 15,9-11).

Non ci riesci? Ti capisco. Prova allora con il silenzio di una melodia. Lasciati accarezzare da una nota. Meravigliati davanti a un tramonto, a un cielo stellato, al vento che danza tra le foglie. È preghiera anche questa. È dire “grazie” con gli occhi e col cuore. È riconoscere che tutto ciò che ci circonda è un dono.
E che ogni dono… ha un Donatore.

Ecco il cuore del messaggio: Dio ci ama. Da sempre. E spera – ancora oggi – che anche noi, in qualche modo, riusciamo ad amare Lui. Fermati e lasciati amare.

Quando amiamo, siamo felici. Lo hai notato anche tu, vero? Quando sei innamorato. Quando fai qualcosa di buono. Quando tendi la mano a chi ha bisogno. Quando fai sorridere qualcuno che aveva smesso di crederci… ti senti leggero, pieno. È l’amore. È Dio.

Il difficile, però, è sentirsi amati da Lui. Perché Dio ci ama… ma noi, spesso, non ce ne accorgiamo. Siamo troppo distratti, troppo presi da mille pensieri, troppo affannati per accorgerci che il suo amore ci avvolge, ogni istante, come un abbraccio invisibile.

Gesù ce lo spiega con una parabola bellissima: quella della vite e dei tralci. Lui è la vite, l’albero vero, con radici ben piantate nell’amore del Padre. E noi siamo i tralci: rami fragili, ma vivi, se restiamo attaccati a Lui. La linfa – l’amore – passa da Lui a noi, e poi si trasmette alle foglie, ai fiori, ai frutti. Che immagine meravigliosa: un amore che scorre, che nutre, che dà vita.

È una simbiosi. Ma attenzione: non è Dio ad averne bisogno. Siamo noi. Siamo noi che, lontani da Lui, ci secchiamo dentro. Siamo noi che, senza il Suo amore, smarriamo la gioia.

Ma torniamo a quel vortice di cui parlavamo all’inizio… Quante volte ci ha portati via, facendoci dimenticare Dio? Gli affanni, le corse, le preoccupazioni… e Dio resta indietro. Non lo sentiamo più. Eppure Lui c’è. Ama.
Attende. Spera.

Allora sì, dobbiamo tornare a Lui. Rimanere in Lui. Ricordarci che siamo stati creati a sua immagine. Che siamo figli amati. E per farlo… ci basta poco: un attimo di silenzio, una preghiera sussurrata, un gesto di gratitudine. Anche dire “grazie” per il sole che sorge è un modo per pregare.

E quando ci accorgeremo, davvero, dell’amore immenso e gratuito che Dio ha per noi – un amore “compassionevole e misericordioso” (Es 34,6) – ci sarà più facile compiere quel passo che Lui ci chiede: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amato” (Gv 13,34).

Sembra difficile? Forse sì. Ma Sant’Agostino ci regala un consiglio semplice e potente: “Ama il tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente. Non rimarrà in te nulla con cui potrai amare te stesso”.

Ecco la chiave: svuotarsi dell’ego, per riempirsi d’amore. Togliere il superfluo. Lasciare spazio a Dio. Solo così potremo amare davvero. E vivere quella gioia piena che Gesù ci ha promesso #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Gesù abbraccia San Bernardo”, di Francisco Ribalta, 1625, olio su tela, 158×113 cm, Museo del Prado, Madrid

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