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Dio dal giogo leggero

Il Dio dal giogo leggero

Qualche volta Gesù gioca con noi. In questo brano, ci stuzzica con un termine che sembrerebbe indicare una cosa, ma in realtà ne intende un’altra. Quale?

Il mio in(solito) commento a:
“Io sono mite e umile di cuore” (Matteo 11,28-30)

Giogo. Soggiogare. Parole che evocano qualcosa di pesante, sgradevole, imposto. A una lettura superficiale, questo breve brano del Vangelo (solo tre versetti!) sembrerebbe confermare l’idea di un Dio da Antico Testamento, severo ed esigente.

Il giogo, sì, è quell’attrezzo che si mette sul collo di cavalli e buoi per far trainare loro l’aratro o carri pesanti, impedendo loro di distrarsi. Così, a prima vista, sembrerebbe confermare la tesi di un Dio oppressivo.

Ma è tutto il contrario! Pensiamo un attimo a un’altra parola: coniugare. Coniugare significa “congiungere, unire”, composto da con- e iugare, derivato dal latino iugum “giogo”. Anche buoi e cavalli spesso venivano aggiogati a due a due, così suddividevano il carico e faticavano meno.

Questa è l’immagine che Gesù ha in mente quando parla: una coppia unita che “fatica” insieme, che si supporta, che divide il carico. Come in una famiglia, dove marito e moglie si dividono i compiti.

Dio non è un oppressore severo, ma un compagno che si offre di affiancarci lungo il nostro cammino, aggiogarsi con noi e trascinare il peso che ci opprime. Vuole aiutarci. Come il buon samaritano, Dio desidera darci una mano, anzi, due spalle capaci di portare buona parte del carico che ci ostiniamo a trascinare da soli.

Perché Dio è così: si propone, non si impone. Se noi siamo disposti, Lui è pronto ad affiancarci e aiutarci, sollevandoci da gran parte del nostro peso. Al contrario, se lo respingiamo, se rifiutiamo il Suo aiuto, tutto il peso resterà sulle nostre spalle e rischieremo di rimanerne schiacciati. Non perché Dio vuole che quel carico ci soverchi, ma perché saremo stati noi a impedirgli di aiutarci.

Gesù risponde sempre alla morte con la vita, al male con il bene, al peccato con il perdono, alla disperazione con la speranza, alla solitudine con la comunione, alla tristezza con la gioia, alla paura con la serenità. È Gesù che ci libera dal giogo pesante delle nostre fatiche e dei nostri affanni. Un Dio che vuole essere Uomo. Un pastore misericordioso, che non abbandona mai le sue creature. #Santanotte!

Alessandro Ginotta

L’immagine di oggi è: “Gesù come buon samaritano” icona ortodossa

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