
Continuerai a spingere Dio verso il precipizio, o lascerai che la Sua voce ti guidi?
Hai mai provato quella sensazione di gelo quando dici la verità e sai che ti costerà cara? Gesù lo sapeva. Lo sapeva fin troppo bene. Parlava la verità e firmava, ogni volta, la sua condanna a morte. La vita dei profeti, lo sappiamo, è sempre stata scomoda. Ma per il Figlio di Dio? Ancora di più. O forse no. Forse è proprio lì, tra il rifiuto e l’odio, che si rivela la Sua forza.
Immagina la scena: Nazaret, un sabato qualunque. Gesù entra nella sinagoga, quella in cui era cresciuto. Gli consegnano il rotolo del profeta Isaia. Lo apre e legge:
“Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi,
a proclamare l’anno di grazia del Signore.” (cfr. Lc 4,18-21)
Silenzio. Occhi puntati su di Lui. Gesù alza lo sguardo e pronuncia parole che risuonano come un tuono: “Oggi si è compiuta questa Scrittura.” Non ci sono parabole, non ci sono giri di parole. La verità è nuda e tagliente. E la verità, si sa, fa male. Scribi e farisei si infuriano. L’ammirazione si trasforma in rabbia, la curiosità in odio. Lo trascinano fuori dalla città, fino al ciglio di un monte. Vogliono ucciderlo. Lo spingono verso il vuoto… Ma non è ancora la Sua ora. Gesù passa in mezzo a loro, lasciando dietro sé cuori turbati e domande senza risposta.
Perché tanto odio? Perché quella Verità fa paura. Paura di cambiare, paura di perdere potere, paura di mettere in discussione tutto. “Nessun profeta è bene accetto nella sua patria”, dice Gesù. E anche noi, a volte, non siamo così diversi. Preferiamo rifugiarci nelle nostre piccole certezze piuttosto che ascoltare una voce che ci chiede di cambiare strada. Così, quella voce la mettiamo a tacere. A volte proviamo persino a spingerla giù da quel monte.
Ma Dio non tace. Non lo ha fatto allora, non lo farà mai. La sua voce attraversa i secoli, rompe il nostro silenzio comodo, scuote le nostre false sicurezze. Dio si è fatto uomo, ha scelto di farsi piccolo, di entrare nella nostra storia con amore e dolore. E lì, su una Croce, ha trasformato quello che sembrava fallimento nella vittoria più grande di sempre. Ha amato chi lo ha tradito, chi lo ha condannato, chi lo ha inchiodato al legno. E in quell’amore ha spalancato la via della vita eterna.
Un amore così ci disarma. Ci toglie ogni maschera. Ci chiama per nome e ci invita a scegliere: continuerai a spingere Dio verso il precipizio, o lascerai che la Sua voce ti guidi?
La Verità è qui. È viva. E non vuole essere ignorata. #Santanotte
Alessandro Ginotta

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