Se ti sembra di non riuscire a realizzare ciò che desideri… forse è perché stai cercando di farlo senza Gesù nel cuore.
Il mio (in)solito commento a:
“Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce” (Giovanni 21,1-14)
Sai qual è uno dei brani del Vangelo che porto più nel cuore? Questo. La seconda pesca miracolosa. Anche se — te lo confesso — la parte che più mi emoziona è quella che segue, dal versetto 15 in poi: il dialogo struggente tra Gesù risorto e Pietro. Quella “scalata d’amore” che passa attraverso tre domande, come tre chiodi dritti nel cuore: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami?” (Gv 21,16). Tre domande per sanare tre ferite. Le stesse che Pietro si era inferto con i suoi rinnegamenti. E lì, in quel dialogo così denso di misericordia, vedo come Gesù sa ricucire un cuore spezzato: usando il filo dell’amore.
Ma andiamo con ordine. Torniamo al brano che la liturgia ci propone oggi. San Giovanni ci racconta che questa è la terza apparizione di Gesù risorto agli apostoli. E loro? Sono smarriti, scoraggiati, come chi ha perso tutto e non riesce più a orientarsi. Gesù era morto… e loro ancora non riuscivano a capire. Così tornano a fare ciò che sapevano fare prima di incontrarlo: pescare.
E qui arriva il punto. Loro pescano senza Gesù. È questa la chiave. Quante volte ce lo ha detto anche a noi? “Senza di me non potete far nulla” (Gv 15,5). E infatti… pescano tutta la notte, si affannano, gettano e ritirano le reti, ma niente. Il vuoto. Perché non avevano più Gesù nel cuore.
Io mi ci rivedo, e tu?
Quante volte anche noi ci ostiniamo a fare tutto da soli, lasciando Dio ai margini, come se fosse un optional? Vogliamo decidere da noi, scegliere da noi, vivere da noi… e alla fine ci ritroviamo con le reti vuote. E sai perché? Perché, senza di Lui, torniamo ad essere fango. Quella polvere asciutta e fragile che si sbriciola al primo colpo di vento. Ma con Dio dentro, quella stessa polvere prende vita. Diventa anima.
E il bello è che Dio non si stanca mai di cercarci. Anche quando siamo noi a fuggire. Ci rincorre come un innamorato, come un buon Pastore pronto ad attraversare il deserto pur di riportarci a casa. Lo vediamo chiaramente anche in questo brano: Gesù si avvicina agli apostoli. Non li giudica, non li rimprovera. Li ama. E, con dolcezza, suggerisce: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete” (v. 6). Loro lo ascoltano… e le reti si riempiono. Fino a scoppiare.
Vedi? Quando permettiamo a Dio di entrare nelle nostre giornate, tutto cambia. Torna la fede, la fiducia, la forza. Quelle stesse reti che prima erano vuote, si colmano. E noi, che ci sentivamo incapaci, confusi, perduti… torniamo a camminare. Non da soli, ma con Lui.
Perché, senza di Lui, non possiamo nulla.
Ma con Lui, tutto è possibile.
#Santanotte
Alessandro Ginotta
Sostieni labuonaparola.it
La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità:
Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!
Scopri di più da La buona Parola
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.