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Come accogliere Gesù?

Il Vangelo? Ti riempie la vita!

Basta un istante per fare l’esperienza dell’incontro con Dio e la nostra vita cambierà per sempre! …E diventerà più vera!

Il mio in(solito) commento a:
Chi accoglie colui che manderò, accoglie me (Giovanni 13,16-20)

Accorgersi di Dio (sì, perché Lui è sempre qui accanto a noi, anche se non lo lasciamo entrare nel guscio immanente, che ci siamo costruiti con il mondo, per proteggerci dal trascendente che non capiamo) ci trasforma letteralmente la vita. All’improvviso, nulla di quello che contava prima, è più importante. Dopo aver conosciuto Dio, ci rendiamo conto di quanto, tutto il resto, sia davvero incompleto senza di Lui. 

Perché Dio riempie il vuoto delle nostre esistenze. Ed è Dio che dà un senso ad ogni cosa, Egli rimette a posto tutti i tasselli mancanti e fa funzionare quegli ingranaggi, che prima giravano soltanto a vuoto. La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. E l’incontro con Gesù è un evento che ci trasforma sempre. Pensiamo a San Paolo, folgorato sulla via per Damasco, che da persecutore dei cristiani si trasforma in uno tra gli apostoli più fedeli. Pensiamo a Zaccheo, che non esita ad arrampicarsi su un albero per vedere da vicino Gesù. Pensiamo alla samaritana al pozzo, alla donna di facili costumi incontrata durante la cena in casa di Simone. E pensiamo al buon ladrone: san Disma. Proprio colui che rubò per tutta la vita diventerà l’unico santo canonizzato direttamente da Gesù: “oggi sarai con me nel Paradiso” (Lc 23,43). 

Il momento della conversione è sempre un tempo di festa. Un istante in cui Dio ritrova qualcosa di prezioso che si era perduto: noi. E noi ritroviamo tutto il tesoro della grandezza di Dio. Del suo amore sconfinato. Due ricchezze che si compenetrano, due seti che si placano a vicenda, due gioie che si fondono in un’unica luce: quella del Risorto che, in quell’istante, brilla anche della luce della nostra risurrezione. Non la risurrezione della carne, ma quella dell’uomo che torna alla vita, dopo la morte del peccato. Che torna alla luce, dopo essere uscito dalle tenebre del male. Eccola la conversione.

Non importa quanti peccati possiamo aver commesso, né quanto grandi e pesanti questi peccati possano essere. Gesù lo dice chiaramente: “Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma gli ammalati. Ed è proprio tra i peccatori che Cristo recluta i suoi amici migliori.

«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (Luca 19,5). Così come fece con Zaccheo, Cristo bussa ogni giorno alla nostra porta. Egli ci guarisce fermandosi con noi: la sua vicinanza è la medicina, un flusso di vita che ci trasforma, per sempre! Gesù cerca il peccatore che è in noi. Non per assolvere un lungo elenco di peccati, ma per impadronirsi della nostra debolezza più profonda. Dopo l’incontro con Gesù usciamo trasformati, più forti, più sereni, più determinati. L’uomo vecchio non c’è più, Gesù ci riempie!

Così… «In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» (Gv 13,20). E, proprio il verbo “accogliere” è la chiave del Vangelo di oggi. Sì, perché Gesù non ci impone sacrifici o rinunce, ma ci chiede di accoglierlo. Facendosi Pane desidera entrare dentro di noi, incontrarci nell’intimo del nostro cuore. Eccola la volontà di Dio: incontrarci. Toccare il nostro cuore e trasformarci con il suo amore.

Chi accoglie Gesù, accoglie Dio e viene fortificato dalle virtù dello Spirito Santo. Da quel momento, da quel sì, il nostro cuore si apre a Lui e dentro di noi tutto cambia. Gesù chiede, anche a noi, di diventare come Maria: scrigni che contengono la sua Parola. Eccola, la nostra annunciazione: dobbiamo diventare noi stessi pagine viventi di Vangelo!

#Santanotte amici. Dio entri dentro di te, di me, in ciascuno di noi e ci renda capaci di vivere il Vangelo, di farlo nostro, di farlo diventare parte della nostra vita e pilastro della nostra esistenza. Così la nostra vita si riempirà di gioia, d’amore e di bene!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La morte del venerabile Oddone da Novara” (dettaglio di Cristo), 1632, Vicente Carducho, olio su tela, 337×299 cm, Museo del Prado, Madrid


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