Un miracolo eclatante, tra i più noti: la moltiplicazione di cinque pani d’orzo e due pesci. Ma che cosa ci vuol dire Gesù con questo miracolo?
Scopriamolo nel mio in(solito) commento a:
Distribuì a quelli che erano seduti quanto ne volevano (Giovanni 6,1-15)
Cinque pani d’orzo e due pesci che, sorprendendo tutti, bastano per sfamare una grande folla. Di più, oltre a permettere di mangiare tutti a sazietà, dai frammenti di quei cinque pani d’orzo e due pesci si ricaveranno ben 12 canestri di avanzi, che certo non andranno sprecati.
Da una lettura superficiale del miracolo potremmo pensare che i beneficiari fossero proprio quegli uomini, donne e bambini che sono stati sfamati dalla moltiplicazione. Forse ti sorprenderò dicendoti che non è proprio così, perché il miracolo è stato operato per te. Sì, per te che leggi questo brano in questo momento.
Se disponessimo di una macchina del tempo e ci potessimo recare in questo istante ad osservare la scena, molto probabilmente anche noi penseremmo come Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?» (v. 5). E ancora: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo» (v. 7), cioè pressappoco 20.000 euro.
Il fatto davvero straordinario non è riuscire a sfamare la moltitudine, e neppure farlo con una così piccola scorta di cibo, ma superare l’incredulità di Filippo, la tua, e quella di tutto il genere umano. Ecco perché sostengo che il beneficiario di questo miracolo sei tu, che ne leggi ora il racconto, e sono tutti i lettori ed ascoltatori della Parola.
Perché la risposta di Gesù, alla nostra fede, è sempre di una generosità sovrabbondante. Sì, Lui non si ferma a pensare se pochi pani e pochi pesci potranno bastare. Lui è sicuro che basteranno. Ed avanzeranno. Chi possiede questa fede, anche se solo un pizzico, come un granellino di senape, potrà fare cose che, ai più, sembrano impossibili.
A tutti noi, che vogliamo credere, che vogliamo avere fede, Gesù chiede di non rinchiuderci nei nostri schemi asfittici e riduttivi, di non affidarci al calcolo ed alla ragione, ma di alzare lo sguardo oltre l’orizzonte e contemplare la vastità del cielo. La vastità di Dio. E fidarci di Lui. Fidarci del fatto che nulla è impossibile a Dio. Dobbiamo recuperare questa dimensione di fede, dobbiamo riuscire a mettere da parte i nostri dubbi e sorridere alle certezze. Perché l’unica vita che vale davvero la pena di vivere è quella di chi ha Gesù nel cuore! #Santanotte
Alessandro Ginotta
Sostieni labuonaparola.it
Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.
Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!
Scopri di più da La buona Parola
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.