
Bussano forte alla tua porta. Che fai, apri?
Tum, tum, tum! Qualcuno bussa vigorosamente alla tua porta nel cuore della notte. Gesù oggi ci provoca con questa parabola, che sembra parlare di vicini di casa e invece parla di Dio. È proprio qui, in un gesto riluttante nascosto nella notte, che si nasconde il segreto del Vangelo di oggi
Il mio in(solito) commento a:
Chiedete e vi sarà dato (Luca 11,5-13)
Un bussare insistente scuote la quiete del tuo sonno: “Amico! Prestami tre pani! È arrivato un viandante da un lungo viaggio e non ho nulla da offrirgli!”. È notte e non hai nessuna voglia di alzarti, ma il bussare non si ferma. Tum, tum, tum! Ancora e ancora, finché, sbuffando, apri la porta, prendi tre pani e glieli porgi.
Se oggi non bussiamo più alla porta del vicino nel cuore della notte per chiedere un pezzo di pane, non è perché siamo diventati più rispettosi. No. È perché ci hanno rubato la fiducia. Ci hanno convinto che l’altro sia un nemico, che la gentilezza nasconda un secondo fine, che la bontà sia un segno di debolezza. Così abbiamo chiuso le porte. E con le porte, anche i cuori.
Viviamo barricati dietro cancelli, citofoni e password, ma la vera prigione non è fatta di ferro: è la diffidenza. È quella voce interiore che ti sussurra: “Non fidarti di nessuno”. E mentre la ascolti, ti accorgi che la vita perde colore, che il mondo si restringe fino a diventare una stanza vuota.
Gesù oggi ci provoca con questa parabola, che sembra parlare di vicini di casa e invece parla di Dio. Se perfino un uomo scontroso, svegliato nel cuore della notte, finisce per aprire la porta, quanto più il Padre — che ci ama infinitamente — risponderà alle nostre preghiere?
“Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto” (v. 9). È la promessa di un Dio che non si stanca di ascoltarci, anche quando il mondo ci ha chiuso in faccia troppe porte.
Ma ecco il punto: se non crediamo più nel bene del nostro prossimo, come potremo credere nel Bene con la “B” maiuscola? Se non ci fidiamo di chi vediamo, come potremo fidarci di Dio, che non vediamo? La mancanza di fiducia negli altri diventa un’ombra che offusca anche la nostra fede.
E allora sì, tocca tornare a bussare. Con coraggio. Con quella “faccia tosta” che sa di speranza. Magari qualcuno ti rifiuterà, ma più spesso di quanto immagini, una porta si aprirà. Perché, nonostante tutto, esistono ancora persone buone, oasi di luce nel deserto dell’indifferenza.
Non partire sconfitto. Osa. Osa chiedere tre pani, osa credere ancora in chi ti sta accanto. E soprattutto osa credere che Dio non smetterà mai di ascoltarti. Perché la fede non è un’idea, è un gesto semplice: è una mano che bussa, è una voce che chiama nel silenzio della notte. E, da quella porta che sembrava chiusa, si accenderà una luce.
Bussa. Chiedi. Credi. Il miracolo comincia da lì #Santanotte
Alessandro Ginotta

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