Non sei perfetta o perfetto? Beh, sei in buona compagnia (anche del sottoscritto naturalmente!). Ma quel che assolutamente non dobbiamo fare è cadere in un errore fin troppo comune: credere che la nostra imperfezione limiti l’amore che Dio prova per noi! Leggi di più nel mio
in(solito) commento a:
Vendi quello che hai e vieni! Seguimi! (Marco 10,17-27)
Non commettiamo lo stesso errore di quel giovane: lui se ne andò triste, con il peso di una scelta che non riusciva a compiere. Ma noi? Noi non dobbiamo andarcene sconsolati. Seguire Gesù non significa essere perfetti, né privarci di tutto ciò che possediamo. Dio non ci vuole impeccabili, ci vuole veri. Uomini e donne con i nostri pregi e difetti, con le nostre fragilità e i nostri desideri. E non essere perfetti non è una scusa per non seguirlo!
Ma a quale episodio ci riferiamo? Devi sapere che un giorno, un giovane ricco si avvicinò a Gesù con una domanda che tutti, prima o poi, ci formuliamo: “Che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. Forse sperava in una risposta rassicurante, qualcosa che confermasse che stava già facendo abbastanza. Ma Gesù, con il suo sguardo che scruta l’anima, gli disse: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni! Seguimi!”.
Il giovane sentì il cuore stringersi. Era un uomo giusto, aveva sempre osservato i comandamenti, eppure quelle parole lo misero in crisi. Sapeva che Gesù gli aveva detto la verità, ma quella verità era troppo pesante. Rinunciare a tutto? Impossibile. E così, abbassò lo sguardo e se ne andò, triste.
Ma proprio qui sta il suo errore. Credeva che tra Dio e le ricchezze ci fosse una scelta netta, come se la fede e la vita sulla terra fossero due realtà opposte, inconciliabili. Ma Dio non è nemico del mondo materiale. È Lui che lo ha creato, e tutto ciò che esiste è uscito dalle Sue mani. Persino l’oro e l’argento. Il problema non è la ricchezza in sé, ma ciò che essa fa al nostro cuore.
Dio non ci chiede di vivere nella miseria, ma di non lasciare che il denaro avveleni la nostra anima. Non vuole che diventiamo ciechi davanti alla sofferenza altrui, incapaci di condividere, insensibili a chi non ha nulla. Santa Teresa di Calcutta diceva: “Non esiste povertà peggiore che non avere amore da dare”. Il mondo materiale è solo polvere. Noi, invece, siamo polvere che ha ricevuto il soffio vitale di Dio. È questo che conta davvero: il Suo Spirito in noi, il Suo amore che ci trasforma.
I discepoli, sentendo le parole di Gesù, rimasero sgomenti: “E allora chi può salvarsi?”. Ma Gesù li guardò con tenerezza e rispose: “Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio”. E questa è la nostra speranza.
Se ci sembra difficile rinunciare a ciò che possediamo, se sentiamo che il nostro cuore è ancora attaccato alle sicurezze di questo mondo, non dobbiamo scoraggiarci. Dio ci ama lo stesso. Non ci allontana, non ci rifiuta. Se ci affidiamo a Lui, se ci lasciamo guidare, Lui stesso può aiutarci a rivedere le nostre priorità. E chissà, magari un giorno ci renderemo conto che non è il denaro a vincere, ma l’amore. Sempre. #Santanotte
Alessandro Ginotta
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