Una luce da conservare e condividere

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Se Dio ci ha fatto un dono, è nostro preciso dovere non sciuparlo.

Il mio in(solito) commento a:
Prese a mandarli (Mc 6,7-13)

A due a due, per le strade del mondo. Per proclamare il Vangelo. Per prendersi cura degli infermi. Per stare vicino a chi più ha bisogno. Per portare la luce del mondo a chi non ha occhi per vederla. Per portare il sale della terra a chi, a causa delle troppe delusioni, delle tante difficoltà, ha perso anche il sapore.

Il compito che Gesù ha affidato ai dodici, è anche il nostro compito. Certo, noi non abbiamo tutta la fede che spingeva gli apostoli, non abbiamo la carica di energia che deriva dal vivere a stretto contatto con il Figlio dell’uomo. Ma abbiamo comunque Gesù nel cuore. 

Sì perché la nostra luce, quella che ci portiamo dentro e che dobbiamo comunicare a chi non la conosce, è una scintilla che lo stesso Dio ha posto dentro ciascuno di noi: “Dio formò l’uomo dal fango della terra, gli insufflò nelle narici un alito di vita e l’uomo divenne anima vivente” (Genesi 2,7). E’ lo spirito vitale che ci trasforma. Che cos’è un uomo senza Dio? E’ solo un agglomerato di polvere. Elementi chimici senz’anima. A fare la differenza, amici cari, è proprio quel soffio vitale che ci accende dentro. Quel riverbero dell’amore che Dio prova per noi e che, dentro di noi, risuona nei nostri sentimenti.

Non possiamo vivere senza Dio. La vita senza la certezza della risurrezione è un triste viaggio a senso unico verso la morte e la fine di tutto. Si spegne la luce, cala il sipario, tutto è terminato. Silenzio. Come è triste e vuota una vita che ha questa unica prospettiva! 

Quali spinte ha l’uomo per andare avanti? Qual è il nutrimento, la linfa vitale che scorre nelle sue vene? Solo l’amore di Dio è in grado di salvarci dall’oceano dei dubbi, delle difficoltà, delle paure che attanagliano chi, dimentico di Dio, si affanna come un naufrago sballottato dai marosi di questo mare di ingiustizia e di morte che ci circonda. Solo l’amore di Dio può perdonare anche il più grave dei peccati e riportare la luce splendente anche nella notte più buia della vita.

Lo sentite dentro di voi l’amore di Gesù? Quando, oltre che della Parola, vi cibate dell’Eucarestia, provate mai quella sensazione di benessere, di serenità, di appagamento, che solo Dio può dare?

Amici cari, stiamo vivendo in un mondo che sta diventando sterile. Fede e speranza si esauriscono, si sbriciolano, come una terra troppo sfruttata perde tutto il suo nutrimento e si trasforma in sabbia. Ma in questo deserto, in questo vuoto spirituale, Gesù si offre a tutti noi, come sorgente d’acqua che rinfresca e disseta. Una sorgente che zampilla nel deserto della nostra anima. 

Non dobbiamo fare altro che smettere di ignorarlo, smettere di seppellirlo sotto la sabbia. Dobbiamo superare il nostro egoismo, il nostro senso di superiorità che ci porta ad autoconvincerci che quella giusta sia un’esistenza senza Dio, e tornare a Lui.

Dobbiamo rinvigorire la fiamma che, nonostante tutte le difficoltà che oscurano questi giorni, continua a brillare dentro di noi. Dio, amici, ci affida questo ben preciso compito: permettere a questa fiammella di rischiarare il nostro cammino e quello di chi ci sta accanto. Questo è evangelizzare. Questo è quanto Gesù desidera da noi! Non possiamo e non dobbiamo fingere di non capire. Tutti noi abbiamo l’urgenza di portare Gesù a chi non lo conosce.

Dio ci chiede l’impegno di trasformarci in pagine viventi di Vangelo. Di fare, della nostra vita, un esempio per chi è rimasto intrappolato nella morsa dell’egoismo, del materialismo, del piacere ad ogni costo, e vive così, senza guardare in faccia nulla e nessuno, senza tenere in considerazione le conseguenze dei suoi eccessi.

Dobbiamo suggerire, con la nostra vita normale, facendo le cose di tutti i giorni, che c’è un’altra strada. Che c’è l’alternativa cristiana. Che ci si può divertire senza sballarsi. Che si può star bene restando insieme, affiancati, aiutandosi l’un l’altro. Che si vive meglio con Gesù nel cuore.

Ecco qual è il nostro compito! Ecco che cosa ci chiede Gesù! Ecco che cosa, anche noi, laici, siamo chiamati a fare nella nostra vita ordinaria!

#Santanotte amici. Non lasciamo che la Parola resti teoria, ma facciamola pulsare nella nostra anima e permettiamole di scorrere nelle nostre vene. Così, anche noi, diverremo pagine viventi di Vangelo! Dio vi benedica amici cari! 🙂 🙂 🙂

Alessandro Ginotta

Una luce da conservare e condividere
Il dipinto di oggi è: “Resurrezione di Cristo”, 1560, Agnolo Bronzino, olio su tavola, Basilica della Santissima Annunziata, Firenze

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