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Una fede che non è gabbia, ma respiro

Una fede che non è gabbia, ma respiro

Gesù non è venuto per chi si sente arrivato, per chi alza il mento e guarda gli altri dall’alto in basso. Non è venuto per i presuntuosi, per quelli che pensano di avere sempre ragione e pretendono di imporre la loro volontà. Gesù è venuto per chi soffre, per chi inciampa, per chi si sente fragile e inadeguato. È venuto per te, per me, per ogni cuore che porta dentro un peso. È venuto per liberare, non per incatenare. Per abbracciare, non per giudicare. Per accendere la vita, non per spegnerla.

Il mio (in)solito commento a: Dicono e non fanno (Mt 23,1-12)

Nel Vangelo di oggi Gesù smaschera scribi e farisei. Non usa mezze parole: “Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente” (vv. 4-5). Che pugno nello stomaco! Perché l’intransigenza cieca è veleno. E quando diventa religione, uccide. Trasforma la fede in una gabbia invece che in un respiro di libertà.

Ecco il dramma: non solo imponevano regole assurde, ma rubavano speranza. Spegnevano sogni. Soffocavano la gioia di vivere. Avevano creato un labirinto di precetti che imprigionava: non si poteva raccogliere una spiga di sabato, non si poteva guarire un malato, non si potevano nemmeno compiere i gesti più semplici senza paura di essere condannati. Tutto diventava proibito, complicato, senza amore. E la fede si riduceva a un freddo elenco di divieti.

Ma Gesù ci ricorda che il peccato più grande non è quello che scandalizza le folle, ma quello che toglie la libertà. Perché togliere la libertà significa spegnere la voce dello Spirito, uccidere la bellezza che Dio ha messo dentro di noi. La libertà è il soffio della vita: ha il profumo del vento, il colore del cielo, il suono limpido di una risata. È lei che ci fa sognare, amare, camminare. Eppure scribi e farisei, con i loro “no”, ne facevano un delitto.

E allora, lasciami chiederti: esistono scribi e farisei oggi? Eccome se esistono! Sono quelli che preferiscono le regole rigide all’amore, che si aggrappano a tradizioni vuote dimenticando l’unico comandamento che conta: “Amatevi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Sono quelli che hanno paura della gioia, che spengono l’entusiasmo, che gelano il cuore di chi osa ancora credere e sperare. Quelli che, dietro un “si è sempre fatto così”, alzano muri invece di costruire ponti.

Ma io ti dico: non lasciarti rubare la libertà! Non permettere a nessuno di spegnere la luce che Dio ha acceso nei tuoi occhi. Gesù è qui, ed è venuto proprio per te: non per giudicarti, ma per rialzarti. Non per schiacciarti, ma per liberarti. È il pastore che cammina al tuo fianco, l’amico che non ti abbandona mai, il cuore che batte all’unisono con il tuo.

E allora, abbi il coraggio di vivere questa libertà, che sa di cielo e profuma d’eternità.
#Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Christus Consolator”, di Carl Heinrich Bloch, 1875, olio su tela, Brigham Young University Museum of Art

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