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Toccare le piaghe di Gesù ci guarisce

Toccare le piaghe di Gesù ci guarisce

L’incontro con Gesù è un momento in cui Dio ritrova qualcosa di prezioso che si era perduto: noi. E noi ritroviamo tutto il tesoro della grandezza di Dio

Il mio in(solito) commento a:
Otto giorni dopo venne Gesù (Giovanni 20,19-31)

Bisogna uscire dal nostro smisurato “io”, attento solo a se stesso ed a niente altro, per renderci conto che, le piaghe di Gesù, ancora oggi sono visibili sul corpo di chi ha fame, di chi soffre la sete, di chi non ha abiti buoni per coprirsi, di chi viene umiliato dalla nostra società del successo ad ogni costo, di chi è tra i lacci delle schiavitù moderne, e di è prigioniero in carcere, o in un letto d’ospedale. E, proprio mettendo il dito in queste piaghe, potremo incontrare Dio che vive in mezzo a noi.

Noi uomini, senza Dio nel cuore, non siamo nulla. E così scopriamo che toccare le piaghe di chi soffre non sempre è semplice. Anche noi, come San Tommaso, abbiamo bisogno che lo Spirito Santo apra il nostro cuore. Non c’era, Tommaso, otto giorni prima, quando Gesù apparve ai discepoli e, dopo aver mostrato le sue ferite, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo» (cfr. v. 22). Così, quando, otto giorni dopo, rivide Cristo, non riuscì a lasciarsi il dubbio dietro le spalle. E’ così amici, quando manca la grazia dello Spirito Santo, il nostro cuore tentenna. 

Ma l’incontro con Gesù cambia San Tommaso. L’apostolo, che aveva detto: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo» (cfr. v. 25), si trova davanti a Gesù e, all’improvviso, non ha più bisogno di prove, ma prorompe in quella che è la prima autentica confessione della divinità di Cristo dopo la Risurrezione: «Mio Signore e mio Dio!» (cfr. v. 28). 

L’incontro con Gesù è un evento che ci trasforma sempre. Pensate a Zaccheo, alla Maddalena, alla samaritana, al buon ladrone, a Saulo. Il momento della conversione è sempre un tempo di festa. Un momento in cui Dio ritrova qualcosa di prezioso che si era perduto: noi. E noi ritroviamo tutto il tesoro della grandezza di Dio. Del suo amore sconfinato.

Due ricchezze che si compenetrano, due gioie che si fondono in un’unica luce: quella del Risorto che, in quell’istante, brilla anche della luce della nostra risurrezione. Non la risurrezione della carne, ma quella dell’uomo che torna alla vita, dopo la morte del peccato. Che torna alla luce, dopo essere uscito dalle tenebre del male. E così, con Gesù nel cuore, ci sarà più facile attraversare quelle barriere che oggi ci spaventano.

#Santanotte amici, nelle sue piaghe Gesù ci guarisce e perdona tutti i nostri peccati. 

Alessandro Ginotta

Toccare le piaghe di Gesù ci guarisce
Il dipinto di oggi è: “L’incredulità di San Tommaso”, di Benjamin West, 1790, olio su tela, Leeds Museum and Galleries, Gran Bretagna

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