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Sì, il Miracolo scaturisce dalla fede!

Sì, il Miracolo scaturisce dalla fede!

Che cosa fece Gesù quella volta che decise di rispondere con i fatti, anziché con le parole?

Il mio in(solito) commento a:
Riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito (Luca 7,19-23)

«I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia» (v. 22). La reazione di Gesù al dubbio di San Giovanni il Battista è spiazzante: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (v. 19). Avrebbe potuto rispondere: «Certo che sono io! Ma dove vivi Giovanni?». La maggior parte di noi non avrebbe fatto così? Invece no. Fatti, non parole: “In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi” (v. 21).

È la prima volta che nei Vangeli leggiamo il racconto di un miracolo di Gesù non direttamente sollecitato dalla fede. Sì, perché a Gesù non piace fare miracoli “a senso unico”, ma Egli desidera coinvolgerci nelle scelte e nella decisione di cambiare. Pensiamo a questi uomini coraggiosi che scalano il tetto e, da lassù, calano una barella in mezzo alla folla. Ci vuole il coraggio di lottare per arrivare al Signore, il coraggio di avere fede: “Se tu vuoi puoi guarirmi, se tu vuoi, io credo” (cfr. Mc 1,40-45).

Cosa disse Gesù all’emorroissa che coraggiosa si lanciò a terra pur di arrivare a toccare una frangia del suo mantello? «Coraggio, figliola; la tua fede ti ha guarita». Da quell’ora la donna fu guarita (Mt 9,22). E alla madre cananea? «Donna, grande è la tua fede; ti sia fatto come vuoi». E da quel momento sua figlia fu guarita (Mt 15,28). Al cieco di Gerico? Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». In quell’istante egli ricuperò la vista e seguiva Gesù per la via (Mc 10,52). Alla peccatrice in casa di Simone? Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace» (Lc 7,50)… e così via.

Ma come possiamo pretendere che un miracolo avvenga, quando siamo proprio noi i primi a non credere che si possa realizzare? Ecco che, quando si presentano delle difficoltà, ci vuole il coraggio di lottare per arrivare al Signore. Ci serve l’audacia di avere fede fin dall’inizio.

Davanti ad una difficoltà, piccola o grande che sia, Gesù è sempre pronto ad aiutarci, a compiere un miracolo proprio per noi che soffriamo. Che cosa ci chiede in cambio? Soltanto di crederci! Sì, di crederci. Di non scoraggiarci. Di continuare a provare. Di continuare ad impegnarci. Di continuare a pregare, un po’ come la vedova molesta che incalza il giudice della parabola (cfr. Lc 18,1-8). Gesù ci invita ad avere fede. Ci sprona a desiderare di poter spostare anche le montagne!

Allora perché, in questo brano di Vangelo, Gesù sembrerebbe elargire miracoli senza preoccuparsi della nostra fede? È proprio qui che sbagliamo! La fede c’entra, eccome! Anche in questi versetti! Sì, perché i tanti miracoli operati da Gesù servono proprio a spronare la fede di Giovanni il Battista. Ingiustamente rinchiuso in carcere, con la minaccia di venire decapitato da un momento all’altro, il buon Giovanni (giustamente) viene colto dal dubbio: “ma allora avrò sbagliato a comportarmi secondo coscienza? Avrò sbagliato a scegliere la via del bene? Dell’amore? Della giustizia?”. La risposta di Gesù è un grandissimo: “NO!”. “Non hai sbagliato”. E, per dimostrarlo, per risvegliare la fede di Giovanni e, attraverso di lui, quella dei suoi discepoli e perfino la nostra, compie una incredibile sequenza di miracoli: «I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia» (v. 22).

L’incredulità, la mancanza di fede, è quanto sta portando alla rovina il nostro mondo. Perché, come ci ricorda Papa Francesco: “Spesso il problema della fede è la mancanza di gioia. La fede vacilla quando ci si barcamena nella tristezza e nello scoraggiamento. Quando viviamo nella sfiducia, chiusi in noi stessi, contraddiciamo la fede, perché anziché sentirci figli per i quali Dio fa grandi cose, rimpiccioliamo tutto alla misura dei nostri problemi e ci dimentichiamo che non siamo orfani: abbiamo un Padre in mezzo a noi, salvatore potente” (Cattedrale Cattolica di San Giuseppe, Bucarest, venerdì 31 maggio 2019).

Non smettiamo mai di cercare Gesù, perché è proprio nei momenti più bui, in quelli che ci sembrano senza fede, in cui non vediamo l’orizzonte, che Dio è più vicino a noi e ci dice: “Alzati e vai avanti! Cammina!”. Basta ascoltarlo.

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Il Battesimo di Cristo”, di Ottavio Vannini, 1626, olio su tela, Nantes, Musée des Beaux-Arts.

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