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Scacciare i demoni

Scacciare i demoni

È pazzo. È fuori di sé. Non riconosce neppure più la Madre e i suoi fratelli. (A proposito: Gesù aveva fratelli? Se sei curioso leggi qui: https://www.labuonaparola.it/fratelli-di-gesu/).

Il mio in(solito) commento a:
Satana è finito (Marco 3,20-35)

C’era così tanta gente in quella piccola casa che non riuscivano nemmeno a mangiare! “Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé»” (v. 21). Forse temevano che si ripetesse quanto accaduto l’ultima volta, quando qualcuno, non riuscendo ad entrare dalla porta, segò via un pezzo di tetto e calò una lettiga con un paralitico direttamente ai piedi di Gesù. Ma chi è davvero il pazzo? Chi usa parole capaci di travolgere gli animi, oppure chi, pur di avvicinarsi a Lui, non esita a calarsi dal tetto?

Con un sorriso penso anche a Zaccheo, che si arrampicò su un sicomoro per vederlo, o all’audacia dell’emorroissa, che, dopo dodici anni di malattia, si gettò a terra solo per toccare l’estremità del mantello di Cristo.

Ora ti chiedo: abbiamo ancora quello slancio? Oppure la mediocrità dei nostri tempi ci ha talmente corrotti da impedirci di superare gli ostacoli per avvicinarci a Dio? Le chiese vuote, i libri impolverati sugli scaffali, l’apatia di chi rinuncia prima ancora di tentare (“ma chi me lo fa fare?”) sono tutti indizi di un quadro desolante. Ci stiamo intiepidendo, anzi, stiamo diventando freddi, o peggio, gelidi. Abbiamo perso il calore che muove il nostro cuore e fa sì che il nostro entusiasmo possa contagiare chi ci sta accanto. Abbiamo smarrito la virtù di attrarre altri alla casa dove si custodisce e si proclama la Parola, anche davanti a un pubblico sordo e indifferente.

Forse tutto ciò non è che il segno di un destino: lo stesso San Paolo ci informa che prima della fine dei tempi ci sarà un’ampia apostasia (cfr. 2Tessalonicesi 2,3). L’apostasìa, dal greco “collocarsi lontano“, è l’abbandono formale e volontario della propria religione. Stiamo vivendo un’ulteriore caduta di un mondo già caduto.

La voce di Gesù, ai tempi, richiamava le folle: talvolta lo spingevano così tanto che doveva salire su una barca e predicare dalla riva del lago. Altre volte arrivavano moltitudini da sfamare con cinque pani e due pesci. Eppure, anche allora, c’era chi non era contento, chi accusava il Figlio di Dio di essere addirittura un demonio. Gesù, anziché rispondere con rabbia, cercava di ragionare con loro e farli riflettere: “che senso avrebbe per Satana scacciare sé stesso? Quale vantaggio ne trarrebbe un demonio combattendo contro un altro demonio?” Quando Satana viene sconfitto, è perché qualcuno più potente, Dio, entra nella vita della persona sofferente, portando luce nelle sue tenebre. È una spiegazione logica e chiara. Tuttavia, l’evidenza spesso non supera i pregiudizi radicati, specialmente quelli di coloro che credono di essere inviati da Dio.

Gesù allora insiste: non riconoscere nelle sue opere l’intervento divino, non vedere l’azione di Dio è una blasfemia imperdonabile. Se cerchi davvero Dio, preparati a non essere compreso nemmeno dai tuoi cari, a essere considerato “strano” perché lo Spirito ti ha riempito di fervore.

Ti auguro di essere contagiato da questo seme di follia. Ti auguro di infervorarti leggendo le pagine del Vangelo. Ti auguro perfino di essere scambiato per pazzo, perché… il vero pazzo è chi non ci crede #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Gesù tentato sul monte”, di Duccio di Buoninsegna, 1308, tempera e oro su tavola, 43×46 cm, The Frick Collection, New York

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