
Sai leggere il segno dei tempi?
Guerre, tensioni politiche e sociali, la caduta dei valori… tutto sembra precipitare, vero? Eppure, permettimi di dirti una cosa che forse ti sorprenderà: questo è un tempo prezioso. Un tempo che non possiamo permetterci di sprecare. È il tempo per compiere il bene, per riscattarci dal buio del peccato, per arrampicarci sugli alberi — proprio come fece Zaccheo — e scoprire Dio
Il mio in(solito) commento a:
“Sapete leggere i segni del cielo e della terra, eppure questo tempo non sapete riconoscerlo”
(Luca 12,54-59)
Sono passati più di duemila anni da quando Gesù ha pronunciato queste parole, eppure sembrano scritte oggi. In questo tempo abbiamo imparato a prevedere le tempeste, a esplorare i pianeti, a scrutare l’universo fino ai suoi confini più remoti… ma non abbiamo ancora imparato a leggere i segni del nostro cuore.
Abbiamo costruito telescopi per guardare lontano, ma non sappiamo più guardare dentro di noi.
Abbiamo creato strumenti per misurare il tempo, ma ci sfugge il senso del tempo.
E allora, ti chiedo: che tempo stai vivendo tu?
Dal punto di vista scientifico, l’umanità ha fatto passi da gigante. Ma spiritualmente, dove siamo arrivati?
Dove sono gli “scienziati dell’anima”? Perché ci siamo dimenticati che non siamo solo materia, atomi e cellule in movimento. Siamo carne e spirito intrecciati in un unico disegno d’amore. Siamo polvere, sì… ma polvere che Dio ha scelto di animare con il Suo respiro. Ricordi? “Dio formò l’uomo dal fango della terra e gli insufflò nelle narici un alito di vita” (Genesi 2,7). Quel soffio continua a vibrare in te, ogni volta che cerchi un senso, ogni volta che ti chiedi “perché?”, ogni volta che senti nostalgia di Dio.
E forse è proprio la tua anima, oggi, che ti ha portato qui, a leggere queste parole. È lei che ti sussurra che non basta sopravvivere: bisogna vivere davvero. Vivere e non vivacchiare, come esortava San Pier Giorgio Frassati. È quella fiamma divina dentro di te che ti spinge a salire un po’ più in alto, come fece Zaccheo, quel piccolo uomo dal cuore grande che volle vedere Gesù e da quell’incontro uscì trasformato. Perché Gesù, ancora oggi, viene a cercare e salvare ciò che era perduto (Luca 19,10). E sì, in fondo, siamo tutti un po’ perduti. Ma siamo anche tutti infinitamente cercati.
Allora, che tempo stiamo vivendo? Un tempo unico. Un tempo di grazia. Un tempo in cui Dio continua a bussare al tuo cuore, anche quando il mondo fa rumore.
Non è solo tempo di guerra: è tempo per costruire la pace. Non è solo tempo di crisi: è tempo per condividere, per rialzarsi, per amare di più. Non è solo tempo di smarrimento: è tempo per ritrovare te stesso, per riconoscere negli occhi di chi ami il riflesso di Dio.
Questo è il tuo tempo. Il tempo di vivere pienamente, corpo e anima, in attesa dell’abbraccio finale con Lui. E quando arriverà quel giorno, vorrei poter dire con te le parole dell’Apocalisse: “Sì, verrò presto”. Amen. Vieni, Signore Gesù! (Apocalisse 22,20).
È tempo di scegliere la luce. È tempo di vivere da risorti. È tempo… di Dio! #Santanotte
Alessandro Ginotta

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