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Sai essere docile allo Spirito?

Docili allo Spirito

Sono momenti unici nella vita dell’uomo, quelli in cui accettiamo di farci piccoli piccoli, azzeriamo la nostra vanità ed il nostro orgoglio, e lasciamo che sia il divino a parlare per noi

Il mio in(solito) commento a:
Lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire (Luca 12,8-12)

Ne sparlavo proprio questa sera con un amico, all’ uscita dal Santuario della Beata Vergine del Santo Rosario di Pompei, dove ho animato la parte laica di un pellegrinaggio a cui hanno partecipato 280 persone. Che si tratti di una recita scolastica o di una comparsa in televisione, chi di noi ha dovuto affrontare il pubblico almeno una volta, sa di che cosa sto parlando: il cuore batte all’impazzata, le mani si bagnano di sudore, mentre la bocca diventa secca ed asciutta. E, anche se avremo preparato alla perfezione il nostro discorso, quando il nostro sguardo incrocerà, per la prima volta, quello impassibile degli spettatori, allora tutti i nostri pensieri si faranno distanti e la nostra mente si offuscherà.

Vedete, amici, con la nostra ragione speriamo di poter prevedere ogni situazione, ogni domanda che ci verrà rivolta e cerchiamo di prepararci le risposte. Credetemi, amici cari, se ci comporteremo così, molto probabilmente andremo in contro ad una delle nostre performance peggiori.

Sì, perché il destino è imprevedibile. E non potremo mai calcolare tutte le variabili, né inquadrare il nostro futuro su una sterile formula matematica. Questo accade quando ci affidiamo unicamente alla nostra mente, soffocando, di fatto, lo spirito. Ma quando smetteremo di ritenerci autosufficienti e ci renderemo conto che noi non bastiamo a noi stessi, allora saremo in grado di fare grandi cose. Perché proviamo dentro di noi una sete di infinito, un desiderio di amore, un bisogno di luce e di verità, che ci spinge a cercare Dio. Non ha senso la vita senza Gesù, lo sanno benissimo gli apostoli che restano fedeli al Maestro anche quando molti si allontanano: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Solo nella serenità e nella pienezza dell’amore di Dio l’uomo è veramente felice. E può trovare se stesso. Perché noi uomini, amici cari, siamo delle piccole scintille di Dio che anelano di tornare ad unirsi alla fiamma dell’eterno amore.

Con Gesù nel nostro cuore non avremo più paura di affrontare folle o telecamere. Non avremo più paura di nulla. Perché proveremo solo il desiderio di condividere con gli altri la gioia che proviamo. La gioia di Dio.

La riconosciamo subito la verità quando ci arriva dall’alto. Il cuore sembra allargarsi nel petto, i polmoni si riempiono, la fronte si alza e gli occhi si illuminano di quella luce che si sprigiona dall’anima. Quella fiammella che vi custodiamo dentro aumenta di intensità e si espande diventando quasi incontenibile. Ecco che lo Spirito Santo agisce attraverso di noi.

Sono momenti unici nella vita dell’uomo, quelli in cui accettiamo di farci piccoli piccoli, azzeriamo la nostra vanità ed il nostro orgoglio, e lasciamo che sia il divino a parlare per noi. A parlare dentro di noi. Un’esperienza mistica ed intensa che non capita a tutti. Un’intensità irrefrenabile che si sprigiona non da noi, ma da Dio, che si esprime attraverso di noi. Ecco cosa è accaduto a San Pietro. Perché, come scrive San Paolo nella prima lettera ai Corinzi: “Chi profetizza parla agli uomini per loro edificazione, esortazione e conforto” (1Corinzi 14,3).

Nell’era dominata dall’egoismo, in un tempo in cui ciascuno di noi è più abituato a parlare, che ad ascoltare, è importante non chiudere il nostro cuore, ma aprirlo all’amore di Dio che vi si riversa dentro. E’ importante imparare ad ascoltare la voce di Dio. E riproporla a chi, ancora, non la conosce. Perché le ultime parole di Gesù, prima di salire al cielo, sono state: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15).

È quando rinunciamo al nostro egoismo, quando svuotiamo il nostro “io” di tutte le sue boriose certezze e ci mettiamo nelle mani di Dio, quando lasciamo che il suo pensiero prenda il posto delle nostre idee, quando permettiamo alla sua volontà di essere più forte della nostra, che facciamo un capolavoro: allora la nostra anima risplende, non della nostra luce, ma di quella di Dio. Allora le nostre labbra diventano strumenti di Dio e pronunciano parole che davvero lasciano il segno nel cuore di chi ci ascolta.

È un’esperienza unica ed intensa che trasforma noi stessi, prima ancora di chi ci ascolta. Perché Dio opera miracoli in chi si lascia guidare da Lui. E, badate bene, amici, che non succede solo in me, ma in tutti noi. Tutti, ma proprio tutti, possiamo prestare la nostra voce a Dio. Scrive San Paolo: “uno alla volta, infatti, potete tutti profetare, perché tutti possano imparare ed essere esortati” (1Corinzi 14,31).

#Santanotte amici, non preoccupatevi di che cosa direte o come lo farete, ma affidatevi ciecamente nelle mani di Dio. Lui può tutto. E farà senz’altro tutto quello che è meglio per noi

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Trinità in gloria” di Carlo Dolci,1658-1663, Rhode Island School of Design Museum of Art

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