Riceverete cento volte tanto

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Qualche volta, concludere un cattivo affare… può essere il miglior affare della nostra vita

Il mio in(solito) commento a:
Voi che mi avete seguito, riceverete cento volte tanto (Matteo 19,27-29)

Pietro, così irruento, sanguigno, impulsivo nel parlare e nell’agire, rivolge a Gesù una domanda che a noi suona come un po’ avventata: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?» (v. 27). Ogni volta che leggo questo brano di Vangelo mi aspetto che Cristo lo rimproveri duramente: “Pietro! Ma quanto sei materialista?!” Invece no. Gesù risponde, senza scomporsi: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (vv. 28-29). 

Perché Dio non è un giudice severo, sempre pronto a biasimare, ma un amico (cfr Gv 15,15) sincero, che ci accetta così come siamo. Senza pretendere di volerci cambiare. Ci accoglie così, con i nostri difetti, con i nostri errori, con il nostro carico di peccati. Lui sta qui, proprio accanto a ciascuno di noi. E ci guarda. Non per misurarci, ma per sostenerci. Proprio come un padre buono osserva il proprio figlio muovere i primi passi. Con tenerezza, con occhi pieni d’amore. E’ così che Dio si relaziona con noi.

Ed ecco che Dio, proprio come un buon padre, non ci scaglia addosso un fulmine quando sbagliamo, o ci comportiamo in maniera infantile. E neppure San Pietro riceve il rimprovero (che meriterebbe). Gesù risponde secondo la misura della sua fede e del suo stato di elevazione attuale. Scrive San Paolo: “Quand’ero bambino parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma divenuto uomo ciò che era da bambino l’ho abbandonato” (1Cor 13,11-12). Anche l’anima si evolve e, crescendo, si avvicinerà un po’ di più a comprendere la vastità di Dio. 

A quel punto Pietro capirà che, seguendo Gesù, non si perde nulla nulla. Anzi, si guadagna cento volte tanto nel tempo e nell’eternità. E non importa se, apparentemente, si deve rinunciare a qualcosa. La ricompensa arriverà comunque, e sarà molto grande.

Se per seguire Gesù dovremo “lasciare per strada” qualcosa, non preoccupiamoci, perché Egli ci ripagherà! E lo farà moltiplicando di molte volte i nostri sforzi. D’altra parte il Signore non sa dare meno di tutto. Quando Lui dona qualcosa, dona se stesso, che è tutto. Pensiamo per un istante a Gesù, morto sulla Croce: il Figlio di Dio non è forse il dono più grande che abbia mai ricevuto l’umanità?

L’amore di Dio fatto persona è sceso sulla terra per camminare con noi, per condividere i nostri problemi, le nostre difficoltà e per guarirci, per salvarci dal male e dal peccato, per trasformarci in uomini migliori, uomini capaci di abbandonare tutto quello che li separa da Dio. Eccolo il dono più grande: Gesù stesso! Dio si è donato interamente a noi. E noi, amici cari, quanto siamo disposti a donarci a Lui? Quanto di noi vogliamo mettere in gioco per diffondere la Parola. La Parola che salva. La Parola che arricchisce anziché impoverire: sì, perché Dio è pronto già ora a donarci cento volte di più! Non è possibile per l’uomo stare a metà. Stare fermo a guardare. E’ soltanto vivendo il di più, è soltanto vivendo completamente, è soltanto mettendoci in gioco senza risparmiarci che troveremo noi stessi e Dio. 

#Santanotte amici, non chiudiamoci nell’avarizia dei sentimenti, ma predisponiamoci a donare amore, proprio come Dio ci ha insegnato. Ne guadagneremo il centuplo!

Alessandro Ginotta

Una scelta che vale il centuplo
Il dipinto di oggi è: “Il Sacro Cuore di Gesù”, di Carl Dietrich, 1842, olio su tela, 84 x 68.7 cm, Collezione privata

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