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Questa è la storia di un Re, di pastori e di un viandante ramingo

Questa è la storia di un Re, di pastori e di un viandante ramingo

Scricchiolano i passi. Timidi cristalli di ghiaccio fanno capolino tra i fili d’erba e luccicano al bagliore della luna. Come stelle del cielo, sotto piedi stanchi, brillano in mezzo alla polvere del tempo. Come sussurri d’infinito accarezzano le orecchie bramose di ascoltare la Novella.

Tra le braccia un fardello: qualche straccio e un po’ di pane. Sono tutte le ricchezze di questo viandante ramingo. Anche lui ha seguito la stella.

Ma cos’è quella luce? Brace che arde? Fuoco che scalda? Che strano! E’ più luminoso di un incendio che divampa, ma non lo teme il pastore. Non fugge, anzi, si avvicina. Una musica soave, un coro di letizia, paiono angeli quelle figure laggiù!

“C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2, 8-12).

Il cuore balza nel petto, forse è la meta: “sono arrivato finalmente!” gioisce all’istante.

Si avvicina svelto alla stalla gioiosa
guidato da quella voce melodiosa
a lunghi passi raggiunge
quella capanna radiosa.

Laggiù van tutti, da ogni parte le genti stanno accorrendo per vedere il mistero del Dio che si è fatto uomo.

Eccolo! La notte, non è più buia: risplende d’un astro divino. E’ un Re. Ma non ha corona. Gliela faranno di spine. Per scettro ha un vincastro, perchè guiderà le genti. Non è adagiato su morbidi tappeti, ma su un letto di paglia.

Un povero viandante vestito di stracci è accorso a vedere un Re Bambino avvolto in fasce ricavate dal mantello di suo padre Giuseppe, il falegname.

Che fai lì pastore? Avanti sorridi! «Il mio regno non è di questo mondo». No, «il mio regno non è di quaggiù» (Gv 18,36). «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno» (Lc 12,32). Non c’è denaro nei miei forzieri, ma c’è «un tesoro inesauribile nei cieli», «Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc 12,33-34).

Ed ecco che poso la penna. Mi par d’essere entrato nel racconto che scorgo attraverso gli occhi di quel viandante. Un passo, due, mi avvicino alla mangiatoia. Mi inginocchio e chino il capo.

Questa è la storia di un Re, di pastori e di un viandante ramingo

O Gesù, in questa notte Ti vedo, Ti parlo, Ti adoro, Ti prego.

Attingi da quel tesoro inesauribile che è nei cieli e dona la pace a questo mondo martoriato. Dona la salute del corpo e dell’anima a questi pellegrini, che come me, raminghi, accorrono da ogni dove per guardarti. Siamo in tanti ad affollare le chiese del mondo questa sera. Ma elargisci anche i tuoi doni a chi è lontano, perchè stanco… oppresso… ammalato… prenditi cura di chi non Ti ascolta e non Ti segue. Stai vicino a chi Ti rinnega. Così che il Tuo splendore li contagi. Sì, fa’ che anche loro si ammalino d’amore!

Sta’ vicino ai poveri, a chi come te non ha «dove posare il capo» (Lc 9,58).
Sta’ vicino ai nostri fratelli terremotati.
Sta’ vicino ai diseredati, ai senzatetto, ai profughi,
a chi fugge dalle guerre e dalla tortura.

Sta’ vicino ai bambini ed alle donne sfruttate.
Sta’ vicino agli anziani soli ed abbandonati.
Sta’ vicino ai giovani che non trovano lavoro.
Sta’ vicino anche a chi ha la responsabilità di prendere decisioni importanti, perchè illuminati dalla Tua luce scelgano sempre per il bene dell’uomo, senza guardare a sè.

Sta’ vicino anche a questa anima inquieta, che Ti cerca e Ti brama.

Chiedo troppo? Tu sei Re, o Signore! Tu puoi tutto!

Il nostro Dio è nei cieli,
egli opera tutto ciò che vuole.
Gli idoli delle genti sono argento e oro,

opera delle mani dell’uomo.
Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
(Salmo 115,2-8).

Sì, Tu sei Re. E sei nato per noi, per salvarci. Cammina con noi, o Signore, e conducici tutti incolumi alla salvezza!

Buon Natale!

Alessandro Ginotta
“viandante ramingo”

Il dipinto è “L’adorazione dei pastori” del pittore olandese Matthias Stomer, 1635 circa, olio su tela, 172×163 cm, Palazzo Madama, Torino

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