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Quello che conta davvero

Quello che conta davvero

Non dobbiamo lasciarci ingannare dalle apparenze, ma occorre arrivare a toccare la sostanza.

Il mio in(solito) commento a:
Non preoccupatevi del domani (Matteo 6,24-34)

Il Vangelo ci parla. E la Parola è così forte che porta con sé tanti messaggi. Il Vangelo, in verità, non cambia mai. Immutabile, conserva tutta la sua ricchezza. Siamo noi che, di volta in volta,  cogliamo aspetti diversi che prima avevamo ignorato. Perché la Parola parla alla nostra anima offrendo le ricchezze che in quel momento ci servono. Quelle che sono e restano parole sempre uguali, sollecitano in noi pensieri diversi, in base al nostro stato d’animo. Parole che conservano dentro di sé un tesoro denso di significati. E così, il Vangelo che la Liturgia ci propone ogni giorno, ad ogni rilettura può suscitare un nuovo pensiero, che non si contraddice mai, ma ne completa il messaggio, aprendo ad una nuova chiave di lettura.

Ed oggi, ad offrirci una chiave nuova, arrivano parole che suonano come un rimprovero, ma profumano, proprio come i gigli del campo, di speranza: “Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?” (Matteo 6,25). E’ così amici. Troppo spesso ci lasciamo prendere da questioni economiche e dimentichiamo quelle che sono le cose davvero importanti. La salute, la vita! Immaginate, amici cari, un magnate della finanza, al quale venga diagnosticata una malattia che non lascia scampo. Costui non proverà forse a consultare i luminari più costosi al mondo, nella speranza di guarire? E, quando comprenderà che non esiste cura, per quanto lui possa permettersi di pagare le parcelle più onerose che siano mai state viste, cambierà atteggiamento? Capirà che, in fin dei conti, è la vita la cosa più cara che possediamo, e non certo il denaro? Ecco che Dio ci avvisa: il corpo vale più del vestito.

Non dobbiamo lasciarci ingannare dalle apparenze, ma occorre arrivare a toccare la sostanza: la vita, amici cari, è il dono più prezioso che abbiamo ricevuto. Spesso ce ne dimentichiamo e la viviamo superficialmente, soffermandoci soltanto sugli aspetti materiali. Ci preoccupiamo di guadagnare qualche euro in più, del colore o della foggia di un capo di abbigliamento, ma… dimentichiamo, ahimè, che la salute è ben più importante anche del conto in banca più ricco del mondo.

Un cuore occupato dalla brama di possedere è un cuore pieno di avidità, ma vuoto di Dio. Ecco che Gesù ci ammonisce, perché è forte per noi il rischio di riporre la nostra sicurezza nei beni di questo mondo, mentre la sicurezza, la definitiva salvezza e la vita, quella vera, autentica, è solo in Dio. Così il Signore ci aiuta a “staccarci” da questa grettezza materiale e a riorientarci verso i valori più alti: “E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?” (v. 27).

Poi prosegue: “E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?” (vv. 28-30). Dio sa bene che cosa è veramente importante e non c’è stilista che possa eguagliare il fascino e la bellezza dei fiori. Dobbiamo avere fiducia in Lui: Egli è pronto ad offrirci tutto ciò che ci servirà: “Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno” (v. 33). E Gesù ci offre la ricetta per raggiungere la serenità che sta in Dio: “Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena” (v. 34-35).

#Santanotte. Non vi angustiate per ciò che non si può cambiare, ma cambiate il vostro modo di pensare perché Dio vi ama e conosce anche i vostri bisogni più nascosti! Dio vi e ci benedica amici cari! 🙂 🙂 🙂

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo il Salvatore benedicente”, di Francisco de Zurbarán, 1638, olio su tela, 100x72cm, Museo del Prado, Madrid

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