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Quanto è difficile perdonare!

Perché Dio ama (anche) i peccatori?

Amare l’altro accogliendolo così com’è, accettando i suoi limiti e difetti e gioendo per le sue virtù. Un compito per niente facile. Vediamo come si può fare…

Il mio in(solito) commento a:
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso (Luca 6,27-38)

Ahimè, mettere in pratica non è sempre facile, è molto più semplice fare della teoria. Davanti a questa pagina di Vangelo non mi resta che mettermi in ginocchio e confidare nella clemenza di un Dio che ci ama e ci perdona. Lui saprà come fare a colmare le mie e le nostre mancanze. “A chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica”? (v. 29).

Per un essere umano perdonare un nemico è molto più complicato: come è possibile non soltanto non condannare, ma addirittura offrire spontaneamente altro a chi già ci sta rubando qualcosa? Ciascuno di noi sa quanto sia davvero difficile lottare contro la tentazione di ripagare con altro male il male che riceviamo. Sappiamo anche quanto sia complicato provare amore verso chi, con noi, si comporta come un nemico. Un sentimento simile non può che essere “grazia”: un dono che il Signore fa a chi lo segue. Perché Egli giunge anche là, dove noi non arriviamo: Gesù stesso ha vissuto fino alla fine il comandamento dell’amore, Lui che è arrivato a perdonare i suoi assassini dall’alto della croce (cf. Lc 23,34).

L’amore, amici cari, è l’essenza stessa di Dio. Perchè “Dio è amore” (1Gv 4,7-12). Un amore che Egli riversa sempre su di noi. Così, quell’amore viscerale e gratuito che Dio, “compassionevole e misericordioso” (Es 34,6), prova per tutti noi, diventa il “prototipo” di quel sentimento che a nostra volta noi dobbiamo provare nella quotidianità verso il prossimo: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (cfr. Gv 13,34).

Quando amiamo l’altro dandogli da mangiare, da bere, vestendolo, visitandolo in carcere o nella malattia, siamo a metà dell’opera, perché l’amore deve innanzitutto essere reciproco. Ma non basta, perché è vero che occorre amarsi, ma dobbiamo farlo “alla maniera di Gesù”! Cioè amare l’altro accogliendolo così com’è: accettandone limiti e difetti, perdonando i suoi errori e gioendo per le sue virtù. Dobbiamo prendercene cura, proprio come Gesù ha fatto con noi.

E questo sì che è difficile: si fa presto a parlare di amore o a credere di vivere l’amore, ma viverlo come lo ha vissuto Lui, al prezzo della sua stessa vita, certo richiede doti non comuni. Richiede capacità che non vengono da noi, ma sono doni di Dio.

Scrive Sant’Agostino: “Se amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente, non rimarrà in te nulla con cui tu potrai amare te stesso. Ama dunque, ama il tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente!”. Eccola la ricetta: dobbiamo svuotarci di egoismo e narcisismo per riempire il nostro cuore con l’amore per Dio. Allora, abbandonati i sentimenti che deturpano la nostra natura umana, saremo capaci di amare davvero. E dove non arriva la nostra fede, non ci resta che affidarci a Lui, che ci ha amati per primo.

#Santanotte amici cari! Gesù, Tu che sei stato disprezzato, umiliato, percosso, inchiodato sulla croce e barbaramente ucciso, dacci la forza di superare le piccole offese di ogni giorno. Aiutaci a dimenticare i torti e ricordare le gentilezze. Manda lo Spirito Santo su di noi per aprire il nostro cuore all’amore ed al perdono!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Christus Consolator” di Carl Heinrich Bloch, 1875, olio su tela, Brigham Young University Museum of Art

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