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Quando il diavolo ci mette lo zampino…

Il dipinto di oggi è:

Vi racconterò un fatto accaduto proprio oggi. Perché il Vangelo è così: entra nelle nostre vite all’improvviso e lo fa in maniera prorompente.

Il mio in(solito) commento a:
Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!» (Mc 3,7-12)

Cari amici, se la Liturgia di oggi non avesse proposto questo brano di Vangelo, probabilmente non vi avrei parlato dell’esperienza che ho vissuto questa sera. Ma niente accade per caso e, quando Dio entra nella nostra vita, dobbiamo essere pronti a cogliere queste coincidenze. Che è successo? Ho avuto una splendida giornata. Ma poi…

Da alcuni giorni, se seguite i miei profili social, vi sarete accorti che ho annunciato una presentazione online per il mio libro: “Altri cento giorni con Gesù”. Molto lavoro alle spalle, una accurata preparazione di ogni dettaglio, devo dire che hanno proprio dato i loro frutti: tutto è andato per il meglio e la presentazione (se non l’avete ancora potuta vedere guardatela, sul mio profilo c’è la registrazione dell’evento) è stata un autentico successo. Guardatela, dicevo, perché rappresenta il “manifesto” del mio lavoro. Ho potuto raccontare come nascono i miei libri, perché ho deciso di scrivere ed ho parlato di come, i miei scritti, contengano non solo domande, ma anche le risposte che molti di noi cerchiamo. Infatti, in “Altri cento giorni con Gesù”, mi sono cimentato con temi che toccano ed interrogano ciascuno di noi: perché Dio permette la malattia? Perché la morte? Perché le epidemie (e alla pandemia ho dedicato le ultime 60 pagine del mio libro).

Ma io sono fermamente convinto che sia troppo “facile” lanciare delle domande lasciando che sia il lettore a rispondere. Sì, certo, la domanda è uno strumento utile, perché stimola la riflessione personale, ma non è sufficiente! Se vogliamo dare qualcosa in più al lettore, dobbiamo aiutarlo a trovare quelle risposte che lo hanno spinto ad acquistare un libro che parla di Dio.

Ecco che, talvolta coraggiosamente, cerco di proporre delle risposte che non siano azzardate, ma il ragionevole risultato di una riflessione ispirata, che giunge dopo un percorso di preghiera profonda ed una accurata indagine sui testi sacri.

Tutto questo, ne sono persuaso, è stato molto utile a tanti di voi. E credo proprio di aver “colto nel segno” perché, neppure mezz’ora dopo la presentazione, “il diavolo ci ha messo lo zampino”. Stavo ancora ringraziando i due preziosi amici e colleghi che mi hanno affiancato nella lunga diretta, quando, tra mille messaggi di congratulazioni ed apprezzamento, ne ricevo uno di tutt’altro tono. Subito dopo, una telefonata piuttosto antipatica e, dopo un altro po’, una seconda. Nulla a che vedere con la presentazione, ma un problema di lavoro che mi ha già dato parecchio “filo da torcere” in passato e che si è improvvisamente acuito, proprio quando sembrava essersi risolto. Avete presente quelle volte in cui qualcuno cerca in ogni modo, anche con pretese assurde, irricevibili ed irragionevoli, a farvi perdere le staffe? Ebbene… le staffe non le ho perdute. Ed ho fronteggiato le crisi che si sono presentate in modo impeccabile. Con pacatezza ho opposto la ragionevolezza all’irrazionalità. Ma il risultato è che tutta la gioia, la soddisfazione ed il piacere di aver condotto una presentazione molto buona, sono stati soppiantati da un nervosismo e da una amarezza che sembrano essere piombate ad “orologeria”. Vi è mai successo, amici?

Vi è mai accaduto che, proprio quando tutto sembra andare per il meglio, siano improvvisamente crollate delle cose che parevano salde e robuste?

Quando quello che accade è così assurdo da rasentare l’incomprensibilità, molto spesso abbiamo a che fare con il soprannaturale. Ed io ho subito sentito odore di zolfo questa sera. Eh sì, il maligno si presenta quando meno te lo aspetti. Scrive Sant’Ignazio di Loyola: “è proprio dello spirito cattivo rimordere, rattristare, porre difficoltà e turbare con false ragioni, per impedire di andare avanti; invece è proprio dello spirito buono dare coraggio ed energie, consolazioni e lacrime, ispirazioni e serenità, diminuendo e rimovendo ogni difficoltà, per andare avanti nella via del bene” (Esercizi Spirituali, 315). E’ proprio quando stiamo facendo la cosa giusta che il Maligno si presenta a “rompere le uova nel paniere”, a sollevare problemi e questioni spinose con l’obiettivo di fermarci. E, se succede questo, significa che stiamo facendo un ottimo lavoro. E lui ha paura. Sì, perché il demonio si sente ferito per le buone azioni che abbiamo compiuto e tenta, in ogni modo, di ostacolarci, di fermarci, di farci desistere dal portare avanti la nostra azione a servizio del bene.

Quanto vi ho raccontato è normale. Succede spesso. San Giovanni Bosco, ad esempio, veniva vessato quasi quotidianamente dal demonio. Mi è capitato di visitare le “Camerette don Bosco” e di soffermarmi ad osservare il suo letto. Sapete che era altissimo? Era così sollevato da terra che, il santo, doveva usare uno sgabello per salirci. Perché? Perché il diavolo spesso gli tirava le coperte o sollevava il letto.

Leggiamo, nella vita di Don Bosco, che il diavolo, rab­bioso perché il santo gli rapiva le anime, cercava tutti i modi di ostacolarlo. Satana rumoreggiava sul solaio, pareva che rotolasse delle pietre con fracasso infernale. Mentre il San Giovanni Bosco vegliava a tavolino a stendere le Regole dei Salesiani, quell’animale gli versava l’inchiostro sul manoscritto. Quand’era oppresso dal sonno, gli giocava brutti scherzi.

Grazie a Dio, nella nostra vita questo non succede quasi mai. Bisogna essere proprio santi, e fare molto bene, per spingere il demonio a manifestarsi in modo così eclatante. Però può darsi che forze malvagie spingano qualcuno ad a fare proposte ed affermazioni assurde e del tutto fuori luogo in una telefonata… perché il male ispira cattive azioni. E cerca di ostacolarci in qualche modo. Magari tentando di farci arrabbiare proprio quando tutto va bene.

Bisogna riconoscerlo il male. Ed ignorarlo. Sì, ignorarlo. Perché lo si combatte così: senza scomporsi. Senza lasciare che nervosismo e rabbia prendano il sopravvento su di noi. Bisogna essere superiori. Perchè il Male, amici cari, è potente soltanto in misura della nostra paura. Più noi ci spaventiamo, più lui esercita il suo influsso malefico su di noi. Al contrario, più riusciamo a conservare la calma, anche davanti all’impossibile, più lo disarmiamo. Perché non troverà appigli per insinuarsi nella nostra vita.

Il Vangelo di oggi ci porta a riflettere proprio su questo: il Male. In questa pagina di Marco, Gesù sta praticando una sorta di esorcismo collettivo, scacciando gli spiriti impuri: “Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!»” (vv. 9-11). Cosa è successo? Gesù ha guarito molti ammalati ed ora una folla lo sta assediando. Tutti lo cercano per risolvere un problema, o guarire da un malanno. La calca lo spinge verso la riva. E’ uno spingere e sgomitare diffuso, perché la gente vuole avvicinarsi a Gesù. E Lui sale su una barca, si allontana di qualche metro e, da lì, scaccia i demoni che si insinuano nella folla.

Sì, amici cari, è questo che fa Gesù anche nella nostra vita: scaccia il maligno che si nasconde dietro una telefonata o un messaggio. Allontana il malvagio che che ci gioca brutti scherzi. Lui li manda via. Li sconfigge. E noi non dobbiamo avere paura. No, perché: «non praevalebunt» (cfr. Matteo 16,18). Le porte degli inferi non prevarranno. E’ la promessa che ci fa Gesù. E Lui, le promesse, le mantiene sempre. Dio rivolge anche a noi, in questo momento, le parole del profeta Geremia: «Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno, perché io sono con te per salvarti» (Geremia 1,19).

Nella Bibbia troviamo il racconto di una eterna lotta: quella tra il bene ed il male. Un combattimento che si rinnova anche ai nostri giorni, perché ogni giorno il bene che c’è dentro il nostro cuore lotta con il male che vive attorno a noi. Ma noi abbiamo una certezza: quella della vittoria. Sarà una battaglia dura, ma Gesù ha vinto il mondo e il potere del Male. Chi appartiene a Gesù Cristo è sottratto dalla sua forza al potere del demonio, e si rende disponibile per l’amore verso il prossimo. Mentre il demonio schiavizza, Cristo libera perché possiamo amare con la sua carità tutti i fratelli. Noi, così, possediamo un formidabile criterio di discernimento per conoscere a chi apparteniamo. Là dove ci sono dissapori, amarezze, risentimenti, cattiverie, maldicenze c’è satana e dove invece troviamo gioia, pace, amore, benevolenza, rispetto e stima reciproca, comprensione…li è all’opera Cristo.

Il più alto di tutti i comandamenti ci dice: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze, e il prossimo tuo come te stesso(cfr. Marco 12,28-31). Questo, i demoni non lo vogliono fare. Ecco perché noi, agli occhi di Dio, valiamo di più!

Un’ultima cosa, amici cari. Voglio condividere con voi un’arma che mi rassicura molto: la croce di San Benedetto. La troviamo su un affresco del monastero di Subiaco. Un giorno vi racconterò il significato di ciascuna delle sue lettere. Oggi, accontentiamoci di leggerne la formula, che, con la fede in Dio, è potentissima per scacciare ogni presenza malvagia:

Crux Sancta Sit Mihi Lux – La Santa Croce sia la mia luce,
Non Draco Sit Mihi Dux – Non sia il demonio mio condottiero
Vade Retro Satana – Fatti indietro, Satana
Numquam Suade Mihi Vana – Non mi attirare alle vanità
Sunt Mala Quae Libas – Sono mali le tue bevande
Ipse Venena Bibas – Bevi tu stesso il tuo veleno

La Croce di San Benedetto fotografata al santuario del Santuario del Sacro Speco di Subiaco: uno dei più significativi luoghi spirituali al mondo

#Santanotte amici. La luce, la forza, l’amore di Dio scaccino in noi ogni presenza ed ogni influsso del maligno. Il nostro cuore si svuoti di tutto il male e si riempia solo del bene e dell’amore che viene da Dio. Dio vi benedica amici cari. Continuiamo a fare bene il bene, e non temiamo, perché Dio trionferà! 🙂 🙂 🙂

…ed io ho deciso di non permettere al maligno di rovinare la gioia di questo bel momento e torno a concentrarmi sul successo della presentazione!

Alessandro Ginotta

Quando il male ci mette lo zampino
Il dipinto di oggi è: “La tentazione di Cristo”, di Ary Scheffer, 1854, olio su tela, National Gallery of Victoria, Melbourne, Australia

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